sabato 3 settembre 2022
Maria Giovanna Elmi, indimenticata "signorina buonasera" della Rai, è legata al monte Lussari e alla Madonna che porta il suo nome, dove si è anche sposata
Maria Giovanni Elmi con il marito Gabriele Massarutto

Maria Giovanni Elmi con il marito Gabriele Massarutto - M.C.G.

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Maria Giovanna Elmi è sempre nel cuore degli italiani da quando era una delle famose “Signorine buonasera” della Rai. Ha condotto due Festival di Sanremo: il primo della televisione a colori, nel 1977, con Mike Bongiorno, il secondo nel 1978 con un ruolo da protagonista. Indimenticabile nelle vesti della bellissima, eterea “fatina” nel noto programma per bambini “Il dirigibile'.

È tra i personaggi dello spettacolo che negli anni ha ottenuto più copertine di giornali e riviste. Sorridente, elegante, educata, mai una parola fuori posto, niente scandali. Una solida famiglia d’origine che le ha insegnato i valori della vita, fra cui l’altruismo, sfruttando la propria intelligenza per studiare, leggere. La propria sensibilità per aiutare i meno fortunati di lei. È un’amica sincera, leale, ospitale e molto generosa; su cui puoi veramente contare. Doti rare nel suo ambiente di lavoro, dove spesso prevalgono ambizioni, rivalità ed egocentrismo. In poche parole: un’anima bella coltivata ben oltre il suo aspetto fisico.

Da poco oltrepassata la soglia di un certo numero di anni... e con più di mezzo secolo di carriera alle spalle, è ancora molto attiva, energica, intervistata spesso da testate giornalistiche e radiofoniche e sotto i riflettori di quelle televisive. La incontriamo nella sua bella casa di Tarvisio, dove abita con l’amato marito Gabriele Massarutto, imprenditore friulano sposato nel 1993.

Il mattino presto avevamo assistito ad uno dei tanti concerti del “ No borders music festival” organizzati dal Consorzio turistico presieduto proprio dal marito Gabriele, con la collaborazione del Comune di Tarvisio; ai piedi del Monte Mangart, ai laghi di Fusine. Seduti sull’erba, in religioso silenzio, abbiamo ascoltato la musica trascendentale del “Trilok Gurtu e Arke Quartet”.

Il santuario del Monte Lussari, sulle Alpi Giulie

Il santuario del Monte Lussari, sulle Alpi Giulie - M.C.G.

Maria Giovanna chiarisce subito che non pensa proprio di essersi incamminata verso il viale del tramonto. Anzi, ha tanti progetti, compresa una trasmissione televisiva tutta sua. Però... un sentiero lo percorre spesso, per raggiungere un posto dove si rifugia quando il suo spirito ha bisogno di ossigeno, la sua mente di riflessione, il suo cuore di sentirsi più vicino a Dio, per pregare, guardare la volta celeste e continuare a sorridere, a sperare.

«Il luogo che ha catturato il mio cuore e la mia anima – racconta – è qui nel Tarvisiano, dove ho scoperto che la via per la conquista della spiritualità è una via in salita. Ricordo un giorno in cui mio marito, a cui devo la scoperta di questi paesaggi incantati attraverso cui mi ha condotta per mano, passo dopo passo, mentre salivamo per raggiungere la cima del monte Lussari, citò una frase di Reinhold Messner che mi è rimasta impressa: ho portato il mio “io” sul punto più alto e ho lasciato lassù l’“io” che voglio essere. Ora scendo con l’“io” che sono. Ora ho capito perché i simboli della fede sono posti sulla sommità dei monti. Ho capito perché la gran parte delle favole è ambientata nei boschi. Ho compreso il profondo legame che unisce la montagna alla musica. Perché in montagna si va anche per ascoltare il silenzio, che è un purissimo intervallo tra suoni. Salire una cima è come leggere un libro: un cammino che possiamo ripetere molte volte e, ogni volta, troviamo qualcosa di diverso, di speciale. In questo territorio, il sentiero che porta al Lussari (come tanti altri che attraversano le Alpi Giulie), è un vero e proprio fil rouge che stringe, con un indissolubile legame, Austria, Italia e Slovenia».

A questo punto Maria Giovanna va avanti nel racconto con entusiasmo, persino emozione, guardando il meraviglioso spettacolo delle montagne davanti a noi, da cui quotidianamente gode lo spettacolo dal suo patio, nella pace più assoluta. «Mi piace collegare i paesaggi con gli stati d’animo, il bosco con la felicità, e la montagna con la spiritualità. Per esempio, quando arrivi in cima al monte Lussari, a poco meno di 2000 metri, come per magia ti appare un borgo del 1300, con un Santuario dedicato alla Madonna del Lussari, dove è stato celebrato il nostro matrimonio.

Lì veramente il cielo è più vicino, avverti il calore di un abbraccio dell’anima e, quando ti accorgi che intorno a te provano analoghe emozioni slavi e germanici, capisci che l’amore infinito che lega tutti alla Madonnina del Lussari fa sì che queste popolazioni siano vicine tra loro anche se differenti; e considerino i confini non come solchi che dividono ma come cerniere che uniscono. Mi ha affascinato il profondo significato del motto senza confini che è diventato un marchio che contraddistingue le vallate limitrofe delle tre nazioni. L’infinito amore che lega tutti alla Madonnina del Lussari lo avverti anche quando ti accorgi che in chiesa ognuno canta, a turno, nella sua lingua, creando una specie di magia universale».

Le chiedo se la montagna è sempre stata la sua preferita. Oppure una scoperta avvenuta in seguito. «In effetti da bambina, le vacanze per me avevano soltanto un nome: mare. E avevano solo i colori splendidi della spiaggia, del cielo, dell’acqua. Mi sentivo un delfino mancato ma, anche fra le onde, il mio dialogo con il cielo era vivo. Con il programma 'Sereno Variabile' ho avuto la possibilità di scoprire paesaggi straordinari non solo in Italia ma nei 4 continenti e in tutte le latitudini, dai poli all’equatore. Inoltre, conoscere persone famose nel mondo, mi ha dato modo di arricchire la mia curiosità senza limiti. Non solo di luoghi, ma anche di persone, animali, alberi, oceani. C’è tanto da imparare in questa avventura terrena e, ogni volta, mi sento arricchita dalla segreta bellezza di cose nuove. Ho amato e amo il mio lavoro, tanto affascinante, tuttavia tutto quello fatto fino ad oggi lo considero una vera prova generale. Non ci crederete... eppure mi sento pronta per cominciare di nuovo. Considero la vita un conto alla rovescia: ogni momento, quindi, è un regalo. Gioisco di far parte di questa fantastica armonia e godo di ogni momento, di ogni incontro, di un sorriso».

Non può essere però sempre così. «Certo, davanti a guerre o a perdita di persone care la mia disperazione è altrettanto forte, finisce l’incantesimo (anche per una fatina!) la bellezza. Similmente a come finisce una vita; ma poi da lassù Qualcuno mi aiuta! Come quaggiù mi aiutano il lavoro, l’impegno per un progetto, la vicinanza amorevole di mio marito, e quella silente, affettuosa della mia gattina Brunilde». Insieme a quel canto nella chiesetta del Monte Lussari, in più lingue, vorrei aggiungere. Simbolo di fratellanza, unione fra i popoli, una toccante melodia che adesso, terminata l’intervista in mezzo ad una benevola, splendente natura, pare anche a me di percepire.

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