L'interrogativo di chi si dice «vecchio cattolico» (e che rassicuro)
venerdì 11 gennaio 2019

Gentile direttore,

sono un vecchio cattolico, ma ora ho idee assai confuse circa il desiderio o meno di continuare a frequentare le chiese italiane. Dice il Salvini, testuale: «Solo qualche pretone fa polemica. Andate in chiesa una mattina e vedrete come la pensano i fedeli e anche i parroci sulla vicenda dei 49» migranti bloccati in mare a bordo della Sea Watch e della Sea Eye. Che fare?

Franco Barbarossa

Vicepremier, ministro, senatore, segretario della Lega, indefesso conduttore di “dirette social” e da qualche tempo anche autoproclamato portavoce dei cattolici italiani e forse del mondo intero. Neanche la Buonanima pretese tanto... Mi sembrano un po’ troppi ruoli in commedia per un uomo, Matteo Salvini, che nella sua vita ha sempre e solo recitato da politico. Come dicono a Milano? «Ofelè fa el to mesté». Ognuno faccia il suo mestiere, e lo faccia bene. Detto questo, nella Chiesa c’è posto e ascolto per tutti: tutti, nessuno escluso. L’importante e che ci si entri non per sbarrarne le porte, ma per incontrare il Signore e, poi, tornando per le strade del mondo, si sappia riconoscerlo lì dove Lui stesso ci ha detto (Mt 25, 3146). Comunque, gentile signor Franco, io in chiesa continuo ad andarci e a trovarci persone – sacerdoti e semplici fedeli come me – che non si credono Dio né il suo unico profeta.

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