Italvolley inclusivo: razzismo schiacciato e scacciato via
martedì 18 ottobre 2022

«La mamma degli imbecilli è sempre incinta», amava ripetere Ennio Flaiano, e questo messaggio è l’unico che possiamo recapitare a Paola Egonu, fuoriclasse dell’Italvolley femminile, campione d’Europa in carica e terza forza della pallavolo Mondiale. E l’imbecille in questione è più o meno sempre lo stesso: quello che anni fa scriveva a Mario Balotelli che «non può esistere un nero italiano in Nazionale», o quello che piazzava in Curva la figurina di Anna Frank con la maglia della Roma.

È accaduto ancora anche in campi minori, così come ogni domenica capita un episodio come quello dell’allenatore di calcio del Gallarate che, mentre montava il “caso Egonu”, ha dato del «negretto» a un 16enne di origine marocchina del Cas Sacconago (club di Busto Arsizio). I suoi compagni di squadra sono usciti indignati dal campo prima del triplice fischio dell’arbitro manifestandogli piena solidarietà. Gesto che non hanno potuto mettere in atto le compagne di Nazionale della Egonu, ma solo perché erano completamente ignare dell’imbecille che sui social l’ha insultata con un assurdo «non sei italiana».

«Paola non ci aveva detto niente di tutto questo, altrimenti saremmo intervenuti», conferma il presidente della Federvolley Giuseppe Manfredi. Individuare e “daspizzare” dai social il soggetto imbecille potrebbe essere un primo passo per voltare pagina e rasserenare Egonu che nel video amatoriale che ci ha informati del fattaccio dice al suo procuratore: «Mi hanno anche chiesto perché sono italiana. Sono stanca».

Quel «sono stanca» va letto anche come la resa momentanea di un’atleta che è sempre sotto pressione, alla quale da anni si chiede il massimo in quanto ormai entrata di diritto nell’olimpo delle topplayer, ergo, per i suoi detrattori, pochi, non può permettersi il benché minimo errore.

Paola Egonu non ha giocato da par suo la semifinale persa con il Brasile, ma in uno sport di squadra in cui si perde e si vince sempre insieme lei rimane un patrimonio universale del volley. E lo sa bene anche il premier Mario Draghi che l’ha voluta premiare ancora una volta (lo aveva già fatto dopo gli Europei): da primo tifoso delle azzurre le ha fatto una telefonata di piena solidarietà, definendo la fuoriclasse «orgoglio dello sport italiano che avrà future occasioni per vincere altri trofei indossando la maglia della Nazionale».

Questo giornale è da sempre attento alla piaga del razzismo e non smetteremo mai di proporre ai nostri lettori la “cultura dell’antirazzismo”, però a freddo dobbiamo riflettere anche su alcuni aspetti. Per esempio, il fatto che uno sfogo personale scaturito da un messaggio, isolato e altrettanto privato, è subito diventato una “questione di Stato”. E mai le destre italiane sono state così attente e solidali nei confronti di una giovane italiana figlia di stranieri immigrati (i genitori di Paola, nata a Cittadella, sono di origine nigeriana). Tante le mani tese verso l’azzurra: dal nuovo presidente del Senato, Ignazio La Russa che l’ha invitata a Palazzo Madama, al leader della Lega Matteo Salvini.

Ora, che il razzismo esista e che scelga chirurgicamente sempre come cassa di risonanza i grandi eventi sportivi e i suoi maggiori protagonisti è un dato tristemente assodato. Che quel messaggio odioso sia il frutto di un pensiero marcio e da potenziale figlio di antichi marciatori su Roma è altrettanto possibile.

Però è grave che il “razzista solitario” a fronte di un popolo tifoso che vede in Egonu un modello altissimo di sportiva, possa diventare l’interruttore per accendere i riflettori su questioni private, come le mutate preferenze sessuali dell’azzurra: fino a ieri dichiaratamente omosessuale e ora felicemente etero, fidanzata con il pallavolista polacco Michal Filip. Così come sarebbe ingiusto se questo polverone si fosse alzato solo per andare a scandagliare lo spogliatoio dell’Italvolley femminile dove, come insegna il pacatissimo ct Davide Mazzanti, le canotte sporche si dovrebbero lavare solo in famiglia.

Chiudiamo set e partita con Egonu, affidandoci al buon senso del presidente Manfredi: «Adesso ci calmiamo tutti, la prossima convocazione è ad aprile 2023 e non ho motivo di pensare che Paola non ci sarà, anche perché la pallavolo propone sempre inclusione e integrazione piena».

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