sabato 11 febbraio 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
Gentile direttore,
nei giorni scorsi Cesare Battisti è tornato alla ribalta perché parteciperà al Carnevale di Rio e di questo poco mi interessa, anzi, male fanno i media a dargli sempre troppa visibilità. Ma se c’è una cosa che non ho mai sopportato in questi anni di Battisti, è quel sorriso perenne stampato sulla sua bocca. Mi sembra un continuo scherno verso i poveri famigliari delle vittime, in particolare Alberto Torregiani, sulla sedia a rotelle dopo essere stato colpito da un colpo di pistola da bambino durante una rapina perpetrata dallo stesso Battisti. Allora, per favore, evitiamo di riproporre ancora mediaticamente quella faccia scanzonata e rispettiamo il dolore dei familiari delle vittime.
Se giornali e televisione non lo mettessero continuamente in luce, rimarrebbe nella sua ombra a marcire, forse di rabbia.
Annamaria De Grandis, Castelmino di Resana (Tv)
 
Penso anch’io, gentile signora De Grandis, che Cesare Battisti, ieri terrorista tra i 'Proletari armati per il comunismo' e oggi scrittore, condannato in contumacia all’ergastolo come responsabile di quattro omicidi, attualmente residente in Brasile (le cui autorità hanno rifiutato l’estradizione in Italia), sia mediaticamente sopravvalutato.
Credo anche che le eccezionali attenzioni delle quali viene periodicamente gratificato potrebbero essere ormai giustificate soltanto in due circostanze: se e quando Battisti comincerà a espiare per la morte e il dolore che ha seminato, se e quando chiederà perdono alle sue vittime. Mi auguro soprattutto quest’ultima cosa. E non per un’indulgenza che, come lei, gentile signora, non troverei motivata. Ma perché non sopporto l’idea che un essere umano, qualunque male e violenza abbia compiuto, non recuperi se stesso e finisca per 'marcire' in carcere e nei propri drammatici errori.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI