Il vero prestigio del lavoro
giovedì 27 settembre 2018

«Volontari cercansi per un mese di lavoro, impegno richiesto: 8 ore giornaliere, pasti e divise offerte dall’organizzazione, nessuno stipendio previsto e neppure alloggio, che sarà a carico degli interessati... ». Se un annuncio del genere fosse pubblicato su un qualunque mezzo d’informazione di una Repubblica fondata sul precariato come la nostra, scatenerebbe prima incredulità e poi probabilmente anche un moto d’indignazione pubblica.

Invece, viene dal Giappone, e il lavoro è quello che il Comitato Organizzatore delle Olimpiadi di Tokyo offre nel bando appena pubblicato per il reclutamento di 80mila volontari coinvolti nella gestione dei Giochi del 2020. In cambio di un guadagno pari a zero, si prospettano turni massacranti sotto il sole trascorsi ad accompagnare atleti, turisti e giornalisti sui campi di gara e nei servizi annessi, compresi quelli di assistenza e pulizia. Ora, in questo caso è certo che i candidati che si offriranno saranno molti più di quelli richiesti: partecipare a un’Olimpiade, anche solo di contorno, con una ridicola divisa addosso e magari una scopa in mano, è sempre un’esperienza straordinaria.

Ma pensando alle cose di casa nostra, e alla disoccupazione cronica di un Paese dove quasi nessuno è più disposto a fare il fornaio, il meccanico o il falegname, neppure se pagato più di un volontario olimpico giapponese, quello che fa riflettere è altro. Il problema di certi mestieri resta la loro scarsa considerazione sociale, e la repulsione nei confronti di quelli che implicano salari modesti, o uno sforzo fisico superiore al normale. Sarebbe bello capire perché lavorare in Borsa, fare l’avvocato o passare otto ore davanti a un computer a fare qualcosa che spesso nemmeno sappiamo bene cosa sia, dovrebbe farci sentire socialmente più elevati o realizzati di una persona che tiene pulite le strade, o che con le sue mani sa creare qualcosa di tangibile come una pizza o una scarpa. Sarà meglio riflettere sul fatto che si può essere un imbianchino e leggere la Critica della ragion pura di Kant, come si può lavorare in un importante studio di consulenza finanziaria ed essere un perfetto idiota. Come si può anche leggere Kant e rimanere un perfetto idiota, ma questo è un altro discorso.

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