Il senso autentico della castità e le vere sacralità da non violare
sabato 11 gennaio 2020

Caro direttore,
la domenica i Carabinieri hanno avuto l’ordine di allontanare le donne che si prostituiscono lungo i viali che circondano la Palazzina di caccia di Stupinigi, nei dintorni di Torino, perché non danneggino gli occhi casti dei turisti. La castità non attiene più una condotta di vita, non è più riservata a chi fa professione di fede e dono di sé, ma al denaro: l’ultimo e inviolabile santuario. E il turista è l’emblema di questa necessità di protezione, non lo sono più i bambini, non lo sono più gli anziani, non lo è più l’ambiente... Basta vedere come sono costruite e pensate le città: solo per il traffico e il commercio. Servirebbero nuove e vere sacralità da non violare.

Fabrizio Floris

Prima di tutto, caro amico, ripeto che andrebbero allontanati i “venditori” e i “compratori” dei corpi e della mortificata libertà delle donne prostituite o meglio crocifisse. E questo – come continua a insegnarci la battaglia d’amore, di dignità e di verità ingaggiata da don Oreste Benzi – non soltanto la domenica, ma ogni santo giorno. Lo scrivo ancora una volta, perché non basta mai e perché interessi, indifferenze, inerzie complici e complicità attive e compiaciute sono sempre troppi. Ma detto questo sono pienamente d’accordo con lei, circolano idee e si realizzano comportamenti da sepolcri imbiancati a proposito di pulizia, castità e sacralità. Idee e comportamenti che feriscono le coscienze e gridano davanti a Dio.

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