mercoledì 26 settembre 2012
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In questi giorni molto è stato detto e scritto sul fiume di denaro pubblico che irrora i capienti vasi linfatici del sistema partitocratico della Regione Lazio. Ancora non è stata raccontata, però, la storia di una telefonata arrivata verso la fine del luglio scorso in un appartamento di Roma. In quella casa vive un adolescente con seri problemi psichici. All’altro capo del telefono c’è un anziano sacerdote che conserva l’entusiasmo di un bambino malgrado le mille battaglie combattute, anche contro i mulini a vento, un po’ ovunque, diciamo dalle Marche al Camerun. Chiama da un paese dei Castelli romani, dove tiene in piedi, con le unghie, un centro per disabili, e ha una buona notizia: «La Regione cofinanzierà i week end!». La voce del vecchio prete è rotta dall’emozione. Il miracolo è avvenuto: anche quest’anno i suoi ragazzi potranno trascorrere tutti insieme un fine settimana al mese per 10 mesi. E pazienza se avrebbero bisogno di ben altro. Pazienza se l’obiettivo è quello di realizzare una casa famiglia stabile per quando i genitori di quei "ragazzi" (qualcuno è vicino ai 60 anni e gli sono rimasti solo i fratelli...) non saranno più su questa terra o non saranno più in grado di tenerli con sé. Pazienza, ancora, se le famiglie dovranno partecipare con un loro contributo, perché i soldi della Regione da soli non bastano.Pazienza. Quella manciata di euro è un piccolo tesoro che tiene viva una grande speranza, perciò va accolta con riconoscenza. In questi tempi di crisi e di tagli, poi... Il pensiero va a quella struttura per disabili di Pontecorvo (Frosinone) che sta per chiudere proprio per mancanza di fondi regionali. Così alla prima occasione si farà festa, lassù ai Castelli romani. Ma sarà una festa che avrà il sapore amaro dell’inganno, ora. Chi sapeva, chi poteva immaginare, che quello stanziamento tanto agognato corrisponde a una piccola parte del denaro spettante in un solo mese a un consigliere regionale? Spettante, si badi, non rubato. Spettante perché lorsignori hanno stabilito di autoassegnarsi tutti quei soldi. Milioni di euro, che finora si sono ben guardati dal pubblicizzare e di cui adesso (solo adesso!) parlano sfacciatamente in tv.Tutto regolare, in quelle «dotazioni» e «indennità» che nemmeno alla Casa Bianca. Per noi, residenti nel Lazio, che paghiamo l’addizionale regionale più alta d’Italia per il rientro del debito sanitario e vediamo strutture d’eccellenza come il Policlinico Gemelli rischiare grosso «perché la Regione non paga» , a questo punto fa perfino poca differenza se quel denaro di tutti è stato speso in ostriche o per tappezzare la regione di manifesti. E non si parli di antipolitica, per favore. L’antipolitica, cioè il contrario della politica, è questo modo di rappresentare i cittadini e di amministrare il bene comune. Che i consiglieri regionali che, fino alla scoppiare dello scandalo, nulla avevano da dire e da denunciare, trovino almeno adesso il tempo di avventurarsi sino ai Castelli romani, in uno dei sabati o delle domeniche di vita in comune dei disabili che hanno avuto la "bontà" di cofinanziare. Che vengano a guardare negli occhi quel prete e i suoi "ragazzi", quelli più giovani e quelli di 60 anni. Forse capiranno perché a ognuno di loro chiediamo conto dei soldi incassati, delle scelte fatte o non fatte, delle realtà né viste né intraviste. Forse, se ne sono ancora capaci, se ne vergogneranno più che per un raffica di titoli di giornale.
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