Il pensiero dei grandi e il gran Patto buono per custodire il bene della pace
sabato 23 aprile 2022

Gentile direttore,

«Si vis pacem, para pacem». Riprendo il motto utilizzato dall’arcivescovo di Catania Luigi Renna, nel suo articolo che lei ha intitolato «Fermare subito questa guerra per farle finire proprio tutte» pubblicato il 12 aprile su “Avvenire”, per domandare a me stesso e a lei, se quello che ha scritto Immanuel Kant nel 1795 nel suo trattato “Per una pace perpetua” e quello che ha detto Philip Kerr (1882-1940) durante una conferenza nel 1923 (“II pacifismo non basta”, Il Mulino, 1986) siano solo utopie, oppure possano insegnarci ancora qualcosa anche oggi. Ha scritto Kant: «Gli Stati possono essere considerati simili agli individui. Anche per gli Stati, come per gli uomini, la pace è impossibile nello stato di natura, perché ciascuno di essi costituisce una minaccia per l’altro. Andrà allora applicata la (...) soluzione, basata su un patto per darsi garanzie reciproche, (...) Gli Stati devono quindi rinunciare alla loro “libertà selvaggia” ed entrare a far parte di una federazione di pace, con la quale si ponga fine per sempre a tutte le guerre. Essa non dovrà avere alcun carattere politico, ma limitarsi alla conservazione e alla garanzia reciproca delle libertà e dell’autonomia degli Stati. E a mano a mano dovrà estendersi a tutti gli Stati del globo, così da condurre a una pace universale». Ha detto Kerr: «... una federazione [mondiale] di Stati è il solo fondamento della fine della guerra e dell’affermazione del regno della pace». La ringrazio per le sue eventuali considerazioni.

Mario Zannini


La sua lettera, gentile signor Zannini, prosegue – con riferimenti alti e profondi – una riflessione che sviluppiamo da tempo sulle nostre pagine e che s’intreccia strettamente, fino alla piena coincidenza, con quella che appena ieri era al centro del ragionamento del lettore Treglia sulla necessità di «rifondare le Nazioni Unite» e che io stesso ho accompagnato con qualche breve considerazione. Il grande patto kantiano e l’immensa, impegnativa eppure leggera federazione kerriana potrebbero e dovrebbero ispirare il rilancio dell’Onu come motore di giustizia globale ed efficace custode del bene della pace.

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