lunedì 19 maggio 2014
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Le omissioni, le collusioni, le pigrizie politiche hanno il loro prezzo. Si fanno pagare profumatamente. In genere, come una valanga, si riversano sui poveri e li sommergono. In Campania l’aumento di patologie tumorali, nella cosiddetta "terra dei fuochi", si sta scontrando con un sistema sanitario poco efficace e non per colpa dei medici che vi lavorano. L’attenzione dalle terre inquinate e avvelenate si sposta agli ammalati che non trovano adeguate forme di assistenza. Ogni giorno ci raggiunge la notizia che un altro ragazzo è morto, che un’altra giovane mamma si è ammalata.Luciano non ha ancora 40 anni. Si è sentito male all’improvviso. Lo hanno trovato riverso sul pavimento. Leucemia. Lacrime. Sgomento. Poi comincia la salita del calvario. All’ospedale Cardarelli i pazienti ematologici sono così tanti da non esserci spazio nemmeno nelle sale di attesa.Antonio mi ha raggiunto in parrocchia accompagnato dalla figlia. Il suo volto denuncia preoccupazione e angoscia. La persona che scopre di essere affetto da una grave patologia ritorna bambino. Si affida a parenti e amici. Chiede aiuto. Si lascia prendere per mano. Ti guarda con occhi supplichevoli. Aspetta che tu gli dica di stare sereno perché di certo andrà tutto bene. È la figlia a parlare. La classica tegola in testa. Un dolore, un sospetto, le prime analisi. Poi la conferma. Cancro. E dei peggiori. Occorre intervenire al più presto gli dicono i medici  in ospedale. E lui si mette nelle loro mani: «Ditemi che cosa debbo fare». «Occorre operare subito, poi si vedrà. Ma qui da noi non è possibile. La lista di attesa è lunga, i tempi non saranno brevi…». Alla domanda di Antonio una sola risposta: ricorrere a una clinica privata. Il costo, però, è alto. Troppo alto per una famiglia che stenta a sopravvivere. Che cosa fare? Antonio corre da me implorandomi di intercedere presso qualche amico.Ancora una volta un diritto chiesto per pietà. Ancora una volta una mazzata in testa alla speranza. Antonio ha bisogno di operarsi con urgenza, ma per lui non c’è posto in ospedale. Come per Giuseppe e Maria a Betlemme. Per i poveri in Campania i diritti – quelli veri – si vanno assottigliando sempre di più. Per i poveri curasi diventa un lusso cui accedere con fatica. Chi può pagare specialisti e cliniche private, giustamente, corre ai ripari per mettere in salvo la sua vita. E chi non può? Ne fa semplicemente a meno, si lascia andare. Si rassegna aspettando che la malattia faccia il suo corso. La sanità da diritto a lusso. Da diritto a favore cui accedere per raccomandazioni e conoscenze. Ecco, ancora una volta, delineati i classici nemici della civile società, il terreno di coltura per tenere in soggezione la povera gente.Dramma nel dramma, dunque, perché in Campania l’aumento di patologie tumorali e, dunque, di intasamento degli ospedali, è dovuto all’illecito e criminale sversamento dei rifiuti industriali. Tra i vari siti inquinati di interesse nazionale la "terra dei fuochi" è tra i pochi, se non propriamente l’unico, dove l’aumento di patologie tumorali non è in correlazione alla presenza di industrie pesanti. Niente industrie, ma solamente le disastrose conseguenze dell’inquinamento industriale. Niente lavoro, ma malattie dovute all’industrializzazione. Disoccupazione e malattie. Malattie e sanità che non può far fronte al bacino di utenza. E chi paga ancora una volta sono i poveri. Quei poveri per i quali  nostro Signore Gesù Cristo ci ha comandato di avere la massima attenzione.Il problema è più grave di quanto a prima vista si possa immaginare. Un famoso e onesto senologo dell’istituto Pascale di Napoli, pochi mesi fa, a un giornalista che lo intervistava, confessò che ogni giorno si trova a dover scegliere se operare prima una giovane donna o una signora anziana. Scelta per lui drammatica e dolorosa, ma necessaria, per il gran numero di pazienti. Scelta terribile e disumana alla quale i poveri, purtroppo, non possono sottrarsi.
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