mercoledì 29 febbraio 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
Premiare la legalità. Favorire le imprese pulite. Sembra un paradosso, e forse lo è. Dovrebbe essere la normalità, ma non nell’Italia zavorrata da (almeno) 120 miliardi di evasione fiscale, da 60 miliardi di costo della corruzione, da 170 miliardi di "bilancio" delle mafie. Benedetto paradosso, dunque. E ben venga la norma sul <+corsivo>rating della legalità<+tondo>, inserita ieri nel decreto sulle liberalizzazioni. Una sorta di "pagella" del buono e del pulito. Meccanismi premiali nell’accesso al credito e alle agevolazioni pubbliche per imprese oneste, che non solo dicono di "no" alla mafie ma anche a tutte le altre forme di illegalità: dal lavoro nero all’evasione fiscale, dalle frodi al degrado del territorio. Un riconoscimento tangibile a quelle imprese oneste che, purtroppo, finiscono non poche volte addirittura emarginate, messe fuori gioco, impedite a operare, scavalcate proprio nei rapporti con enti pubblici e banche, dai soliti furbi e furbetti.Così può succedere che un imprenditore come il calabrese Gaetano Saffioti, che da anni vive sotto scorta proprio per la sua netta scelta di legalità, non riesca a lavorare nella sua terra e sia costretto a emigrare in Dubai. Anche se non si arrende e continua ad andare nelle scuole italiane a ripetere, appunto, che «la legalità conviene». O come un suo tenace collega, quel Nino De Masi che, malgrado il netto "no" alle cosche, da anni deve combattere anche con le banche per riuscire a far andare avanti la sua azienda. «La legalità conviene», ripetono decisi. Loro e tanti altri sconosciuti imprenditori. Lo dicono come principio etico, ora la nuova norma sosterrà queste convinzioni con concreti sostegni economici. È il concetto delle <+corsivo>white list<+tondo> più volte sostenuto dai magistrati più impegnati sui fronti antimafia e da una parte del mondo imprenditoriale, in testa il leader di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello. Una lista delle imprese pulite, corrette, oneste. Da privilegiare per gli appalti pubblici ma anche nell’accesso al credito e ai fondi sia europei che statali. E da contrapporre alla <+corsivo>black list<+tondo> delle imprese colluse e disoneste. Da allontanare.Un doppio vantaggio. Per chi vuole lavorare in modo pulito e per chi vuole utilizzare nel modo migliore i finanziamenti sia pubblici sia privati. E soprattutto per il Paese che da un mercato pulito ha solo da guadagnare. In efficienza e equità. In fondo è la ricetta che tanti anni fa lanciarono i ragazzi di <+corsivo>Addiopizzo<+tondo>, invitando i cittadini a sostenere non solo a parole i commercianti che respingevano il pizzo. «Io pago chi non paga», è il riuscito slogan di questi giovani, sicuramente molto più saggi di tanti adulti, che invita i consumatori e scegliere i negozi "pizzo free", a premiarli nelle proprie spese. Una scelta che ora fa anche lo Stato con la norma approvata ieri dal Parlamento.Certo sarebbe bello e auspicabile che non fosse necessaria una legge, che l’onestà e la pulizia fossero "normali". Ma va bene così. Soprattutto va bene che alla necessaria repressione-punizione dei disonesti si affianchi sistematicamente – anche in questo campo – il premio-sostegno agli onesti. Va bene che assieme ai blitz della finanza contro evasioni e frodi, e alle megaconfische degli imperi imprenditoriali mafiosi, si mettano in campo strumenti premiali per un economia vera e legale. Quella che non ha mai imboccato la scorciatoia dell’illegalità.Proprio ieri è stata presentata l’annuale Giornata della memoria e dell’impegno, organizzata da Libera. Il 17 marzo per le vie di Genova sfileranno più di cinquecento familiari delle vittime delle mafie. Tra di loro vedove e figli di tanti imprenditori che – scegliendo la strada dell’onestà, e restando fedeli – pagarono con la vita. Il rating della legalità è certamente un bel modo per ricordarli e per fare in modo che lavorare in modo pulito non sia più sinonimo di eroismo. A patto, ovvio, che i criteri di questa pagella siano inequivocabili, inaggirabili dai soliti furbi e furbetti.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: