I loro cuori saranno sempre insieme. Il coraggio e la fede di certe madri
venerdì 14 gennaio 2022

Gioele, 21 anni, operaio meccanico, quella sera era stanco, Gioele non è andato al compleanno del suo amico William, 23 anni festeggiati in un locale del Piacentino con gli altri della solita 'banda': William appunto, ed Elisa, e Domenico, e Costantino, tutti vent’anni, o pochissimi di più. Erano amici inseparabili, racconta il ragazzo sopravvissuto, uniti dalla passione per la musica trap. 'Vivi!' si chiama un video in cui Costantino, in arte Milions, canta, con una singolare dolcezza, sullo sfondo di una dura periferia padana, notturna e dark. 'Vivi!', l’imperativo dei vent’anni, quando si è avidi dei giorni e si teme di perdere un’ora sola con gli amici, e si attende magari insieme l’alba, quasi in una sfida con l’oscurità della notte. La fine di ogni loro serata, racconta Gioele, era l’andare a cantare insieme.

Ultimamente, lungo il corso del Trebbia, che scorre lì vicino; e anche più volentieri si andava quando c’era una gran nebbia che nascondeva il mondo nella sua caligine. In quel biancore lunare piaceva ai ragazzi fare trap, col sottofondo delle acque del fiume che, tranquillo, va al Po. E andavano, Elisa, William, Domenico e Costantino, proprio al fiume, l’altra notte, usciti dalla provinciale, lungo una sterrata che traversa i campi. Forse ingannati dalla nebbia ne hanno presa una diversa dalla consueta? La Golf sobbalzava sulle buche, la musica nell’abitacolo batteva forte, attorno il mondo cancellato in quel candore. Ma, di colpo: il terreno sotto le ruote manca, l’auto piomba nel fiume e si ribalta. Lo stordimento, le grida, i pugni e calci alle portiere maledettamente bloccate.

Poi in un istante, a vent’anni, sapere che non c’è più tempo, nemmeno un attimo. Sono bastati poco più di due metri d’acqua. L’auto capovolta l’ha scorta, al mattino, un pescatore. Le ruote emergevano dal fiume, sotto al sole. Non sapevano, ma in fondo al cuore sapevano già, le madri e i padri, che avevano aspettato tutta la notte. La mamma di Elisa – una bella bruna fidanzata con Costantino, che voleva sposare – inutilmente alle tre, alle quattro attendeva sul cellulare un messaggino dalla figlia, quel lieve benedetto 'drin' liberatore. Niente, un assoluto silenzio e, attorno, la nebbia ancora più fitta. Come non si spezzano i cuori delle madri e dei padri che stanno svegli fino all’alba, certe domeniche? Aspettano il girare delle chiavi nella porta, e infine allora la paura magari scoppia in parole di rabbia – ma il cuore, intanto, riprende a battere normalmente. Quando loro tornano.

A Calendasco quei quattro non sono tornati. La strada sull’argine nella nebbia come una tagliola, e finito tutto: le speranze, l’attesa di un lavoro, il sogno magari, in quei due fidanzati, di figli, un giorno. Non verrà, quel giorno. Una di quelle storie che leggi e chiudi il giornale, come ti venisse dato uno schiaffo. Il disegno di Dio sui quattro ventenni l’altra notte sul Trebbia per noi tremendo, inconoscibile, vertice di mistero che ammutolisce. In quelle case si sceglierà se chinare il capo, se accettare o se maledire. Dice ai cronisti la mamma di Elisa: «I loro cuori resteranno sempre insieme». Che coraggio e che fede, pensi, hanno certe madri. E tremi, perché non credi li avresti tu.

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