martedì 3 novembre 2015
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Gentile direttore,
le scrivo per dipanare qualche dubbio da "genitore cristiano". Le porgo la questione senza preamboli, perché non ne richiede: cortesemente può delucidarmi in merito al terrorismo psicologico che negli ultimi anni serpeggia tra catechisti e Parroci riguardo la festa di Halloween? Posso assicurarle che la questione, nei giorni scorsi, è stata l’argomento centrale delle conversazioni di qualsiasi capannello di mamme: dal cortile degli edifici scolastici agli spogliatoi delle palestre. È semplice immaginare che si possano costituire i due partiti dei "pro" e "contro" oltre ai soliti indecisi, ma ciò che risulta bizzarro è la miriade di motivazioni per condividere o condannare la festa in questione. Il risvolto pratico è che nel fine settimana abbiamo visto in giro bambini abbigliati da streghe e mostri armati di zucca porta dolcetti oppure bambini travestiti da santi con un lumino o un crocifisso. Perché spingerli a scegliere? Perché colpevolizzarli? A loro interessa solo stare insieme e giocare infatti, le mie figlie, per non far torto a nessun gruppo di amici hanno proposto di partecipare a entrambe le feste. Sembra assurdo, ma non lo è. È, piuttosto, una soluzione semplice e pacifica. Personalmente trovo assolutamente ridicolo e fuori luogo che un bambino vada in giro con l’aureola o addirittura si travesta da santo anche perché non mi pare che ci sia questa tradizione in nessuna zona d’Italia. E da quale santo, poi? Mi sembra di aver capito che la festa cristiana di tutti i Santi sia nata in tempi antichissimi e i Santi coincidevano con i martiri. Quindi? Se lo figura un piccolo abbigliato da Santo Stefano? Al Catechismo insistono sulla creatività di noi mamme, ma per rispettare l’iconografia di Santo Stefano c’è poco da essere creative... Allora Santa Lucia, così da sottrarre ai sostenitori di Halloween tante caramelle a forma di bulbi oculari? Quale delle due sarebbe la festa più macabra? Sono sinceramente avvilita. In questo marasma stiamo solo strumentalizzando i nostri figli ai quali nessuno sembra in grado di fornire spiegazioni che tengano conto della loro intelligenza. Anche io mi sento tirata da ambo le parti e piuttosto confusa. Anche perché non c’è nessun satanismo nel giocare a dolcetto o scherzetto, quanto non c’è nulla di mistico in quello che sembra ugualmente una carnevalata. Ai nostri figli hanno spiegato che Halloween celebra la morte, ma sorella morte fa comunque parte della vita. A me hanno insegnato - grazie suor Clara! - che anche il male fa parte della vita e purtroppo è insito proprio nella natura umana. Di certo mi fa più paura la mano crudele che ha lapidato Santo Stefano piuttosto che tanti stupidi simboli ritenuti malefici. Attendo con speranza di conoscere la sua posizione. Grazie per lo spazio concessomi.
Anna Mariani
Sarà, gentile signora Mariani, che le mie figlie non sono in età da "dolcetto o scherzetto", sarà che frequento (a Milano e a Roma) parrocchie dove la "creatività" pastorale è saggiamente orientata altrimenti, sarà che sono fortunato, ma a me non è capitato di sperimentare il derby tra piccoli "mostri" e piccoli "santi" che lei descrive. Penso che, nel caso, avrei manifestato le sue stesse perplessità. Premetto che nulla mi convince nell’importazione dalle nostre parti della britannica "festa di Halloween" (operazione che giudico culturalmente forzata e commercialmente interessata), ma so anche che a nulla serve prendersela a parole con la realtà. Con la realtà non si polemizza, si fanno i conti e si lavora per cambiarla. Sapendo che costa fatica e passione. Per quanto riguarda il tempo di festa chiamato Halloween (letteralmente, dall’inglese antico All Hallows’Eve, «Vigilia di tutti i Santi») c’è – diciamo così – da "ribattezzarlo", aiutando i bambini a vivere bene e senza morbosità non solo la sdrammatizzazione notturna della morte, ma anche e soprattutto la celebrazione solare della vita buona che è il cuore del giorno di Ognissanti. È un pensiero forse troppo semplice, ma gli impegni più importanti ed esigenti – dovremmo ricordarcelo sempre tutti, e soprattutto noi cristiani – sono proprio così: chiari e semplici. Luci da mettere o rimettere al posto giusto. La morte può essere indossata per "scherzetto", ma resta una cosa molto seria e nessuno può pensare, o addirittura pretendere, di tenerla al guinzaglio. Esattamente come la vita.
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