Fumo e alcol non sono meglio delle droghe
martedì 9 agosto 2022

Fumo e alcol non sono meglio delle droghe. Basti pensare che abbiamo 12 milioni di fumatori che sono aumentati di 800.000 unità nel 2021, a prescindere dal contributo delle sigarette elettroniche e delle sigarette riscaldate. Si calcola che annualmente vi siano almeno 80.000 morti per tumori, non solo del polmone, ma anche per malattie cardiovascolari e polmonari.

La nicotina presente in tutti i prodotti è una sostanza chimica cancerogena e lesiva per il cuore e i polmoni. Nonostante non si possano vendere sigarette ai minorenni, basta guardarsi intorno per vedere come non vi sia alcun controllo perché ragazzine e ragazzini girano per le strade con il pacchetto di sigarette e l’accendino.

Lo stesso avviene anche per l’alcol, pure con aumento di consumi durante la pandemia, un’altra sostanza cancerogena che in aggiunta agisce sul cervello soprattutto durante la crescita presente nei minorenni. Non è raro vedere in bar e ristoranti per l’aperitivo o per la cena gruppi di minorenni con bottiglie di vino e liquori.

I dati statistici ci informano che l’alcol determina almeno 20.000 morti all’anno per non parlare delle malattie mentali. Fra l’altro non bisogna dimenticare che fumo e alcol, spesso usati insieme, sono sinergici, cioè moltiplicano i loro effetti nel determinare tumori del fegato. Per non parlare ormai dell’uso di fumo, alcol e droghe nonché farmaci mescolati insieme che sono responsabili per l’intasamento dei pronto soccorso nella mattina dei giorni festivi.

Cosa si può fare? Intanto, cominciare a porre il problema e parlarne perché da anni, dopo la Legge Sirchia, il silenzio è vergognoso. Vi sono azioni a breve termine per proteggere i non fumatori dal fumo passivo. Ricordiamone alcune. È importante non fumare in macchina e anche all’aperto dove vi sono assembramenti (attesa di mezzi pubblici e ristoranti all’aperto) e dove vi sono bambini piccoli (come nei parchi e nelle spiagge). Può essere utile anche aumentare il prezzo delle sigarette.

In Francia e Gran Bretagna un pacchetto di sigarette costa 10 euro, il doppio rispetto alla situazione italiana. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di una discriminazione socio-economica. Vien da dire 'ben venga' se possiamo almeno per una volta aiutare i poveri che purtroppo fumano più dei benestanti. Occorre chiamare a raccolta medici e ambientalisti che purtroppo non danno il buon esempio. Se smettessero di fumare e bere sarebbero più coerenti con la loro missione e rappresenterebbero un punto di riferimento. Infine, è fondamentale affrontare il problema a livello scolastico a partire dalle scuole elementari.

Occorre formare maestri e professori, ovviamente dei due sessi, sui temi di fumo, alcol e droga. Fornire ai giovani informazioni e spiegazioni sull’importanza di essere liberi e non schiavi di sostanze chimiche. Occorre anche reclutare giovani universitari che parlino ai più giovani utilizzando il loro linguaggio.

Bisogna mobilitare antropologi, sociologi, psicologi, pubblicitari per campagne che creino una mentalità contraria per cui il bere, il fumare o consumare droghe venga considerato 'fuori moda'. Dobbiamo evitare che si formi una generazione di giovani con comportamenti contrari alla salute non solo per il loro interesse, ma anche come atto di solidarietà visto che abbiamo un Servizio sanitario nazionale che viene caricato di impegni per malattie che sono evitabili. Non possiamo lasciare nessuno preda di fumo e alcol, e tanto meno i più giovani. È ora che si mettano in moto azioni serie da parte del Ministero della Salute congiuntamente con il Ministero dell’Istruzione e con la collaborazione del Servizio sanitario nazionale. Possiamo discuterne?

Fondatore e presidente Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri IRCCS

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