Fermiamo quell'uomo nero che dà la caccia ai ragazzini
venerdì 2 ottobre 2020

Un ragazzino di 11 anni nella Napoli-bene, zona Mergellina, si è buttato dalla finestra dell’undicesimo piano per obbedire a un ordine che gli veniva impartito dal web: è il vertice della violenza telematica. Il ragazzino ha fatto in tempo a mandare un messaggino a sua madre, via WatsApp, e nel messaggino rivela di trovarsi di fronte a una scelta estrema: 'Vi amo – dice ai genitori – ma devo seguire l’uomo incappucciato'.

Cerco e confronto la notizia su più fonti, perché qui anche una virgola può essere fondamentale, e infatti una fonte non dice 'incappucciato', ma dice 'col mantello'. È il personaggio che gli dà l’ordine di buttarsi giù. Tra 'mantello' e 'cappuccio' c’è differenza. Col cappuccio si nasconde, non lo vedi in faccia, è misterioso.

Col mantello si presenta come appartenente a un ordine militare, un ufficiale in uniforme completa. Però l’uomo col cappuccio è protagonista di altre storie analoghe. Vorrei che qualche fonte mostrasse il testo del biglietto d’addio. Mantello o cappuccio, lo sconosciuto (sconosciuto a noi, ma la vittima doveva averlo già visto, con lui deve aver già giocato e chattato) ha un’autorità che gli permette di dare l’ordine di suicidio. Fa il Male. È il Male.

A mio personale giudizio, ordinare a un bambino di 11 anni di uccidersi è peggio che ucciderlo con le proprie mani. Vedo che altri la pensano come me: l’Uomo Nero in Internet è come il Lupo Cattivo nelle favole, vuole la tua morte. Prima ha lavorato a lungo per catturare la tua mente e tenerla prigioniera. Adesso vuole eliminarti. E la fa franca. Perché non so se la Giustizia riuscirà a incastrare l’incappucciato o mantellato. Il ragazzino sa che questo personaggio è l’anti-genitori, lui deve scegliere tra il personaggio e i genitori, capisce che i genitori gli vogliono bene (e lui ricambia: 'Vi amo'), però quando dice: 'Adesso devo seguire l’uomo incappucciato' dice che il potere di quest’uomo è superiore all’amore dei genitori.

Non fa una scelta. Non ha scelta. È preda del più forte. Dove è il momento in cui questo figlioletto è perso per i genitori? È proprio qui, quando dice 'vi voglio bene, ma devo seguire quell’altro'. Il potere dell’incappucciato sul bambino è totale, ma dura un attimo, è in quell’attimo che il bambino deve obbedire ed eseguire l’ordine, portare il suo sgabello alla finestra, salirci sopra e buttarsi fuori, se non lo fa in quell’attimo non lo fa più, l’incappucciato lo sa e perciò vuole che l’obbedienza scatti subito, infatti il bambino conclude il suo addio dicendo 'non ho più tempo'. I siti che in Internet vanno a caccia di bambini per conquistarne l’amicizia, poi l’affetto, poi l’amore e infine l’obbedienza sono più d’uno, ce ne sono che portano ad atti autolesionistici progressivi fino alla morte nel giro di un mese, altri nel giro di pochi giorni.

In quel mese e in quei giorni si svolge uno scontro nella coscienza del bambino tra il messaggio che sente provenire dai genitori e il messaggio che gli viene dal personaggio maligno. Il problema è questo scontro. Non dovrebbe neanche nascere. Il bambino dovrebbe sentire a priori che i genitori gli vogliono più bene. Nella vita, l’amore dei genitori va preferito sempre: 'Vi voglio bene, l’uomo col cappuccio mi chiama ma resto con voi'.

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