Gli occhi di una bambina per capire cos'è regalo e dov'è comunque la festa
sabato 26 dicembre 2020

Signor direttore,
quest’anno non festeggerò le festività natalizie. Oggi, 26 dicembre, tra l’altro giorno del mio onomastico, com’era ampiamente previsto dal meteo, è stata una bellissima giornata di sole. Presumibilmente l’unica bellissima giornata di questi giorni, perché da domani sembra che il tempo tornerà a peggiorare. Ma, essendo tutti noi in zona rossa, non si poteva uscire di casa, quindi, piuttosto che oziare, l’ho trascorsa a lavorare. Come ieri del resto, sul calendario giorno di Natale, ho lavorato tutto il giorno e mi sono cucinata velocemente un piatto di pasta alle 14. In teoria si sarebbe potuto, forse, uscire partendo a piedi da casa, ma di farmi un discreto tratto di asfalto prima di potere essere su un sentiero, anche no, oltre al Föhn che consigliava indubbiamente altre mete più protette rispetto alla Val d’Adige. E poi, soprattutto, non avevo voglia di discutere con il vigile di turno, tra autocertificazioni, distinzione tra attività motoria e sportiva, ricorsi ed altro... Per carità, non è che non capisca la situazione difficile, ma... sinceramente mi sembra di vivere in un manicomio. Provocazioni a parte, sono dieci mesi che ho non solo limitato, ma completamente azzerato la mia vita sociale. Gli unici spostamenti sono il tragitto casa-ufficio, per andare a camminare in montagna (quando si può), per la spesa alimentare, con FFP2 e visiera protettiva in plexiglas in aggiunta. Per questo mi sembra a tutti gli effetti un Natale ateo, e forse non si poteva pretendere diversamente essendo governati da atei senza valori e senza sensibilità. Spero solo che un giorno i responsabili di tutto questo debbano poi rendere conto della loro coscienza, e quel giorno non vorrei essere al loro posto. Buona giornata (e buone feste per chi festeggia),
Stéphanie Cortelli

Gentile direttore,
le invio la poesia di buon Natale intitolata “Considero regalo” che mia nipote di 9 anni ha scritto ai suoi genitori. Mi ha dato occasione di riflettere che per tutti noi c’è speranza, e che essa è spesso racchiusa nella bellezza dei bambini. «Considero regalo una festa speciale che faccia sentire tutti più felici. / Considero regalo non prendere nessuno in giro, così potremmo giocare tutti insieme. / Considero regalo una casa per farci sentire accolti. / Considero regalo la vita per vedere tutte le cose belle che ci stanno attorno. / Considero regalo l’amicizia vera così da volerci bene. / Considero regalo andare a scuola per imparare e fare nuove amicizie. Buon Natale. Caterina». Aggiungo semplicemente i miei auguri di Natale a lei e alla redazione.
Isabella Dellacecca

Grazie signora Isabella. Grazie davvero del dono della poesia della piccola Caterina che condivido con tutti i lettori e idealmente, in modo speciale, con la signora Stéphanie, che ringrazio a sua volta per la schiettezza. Non ci sarebbe neppure bisogno di aggiungere una mia riflessione: le parole di sua nipote bastano, a dare peso e bellezza a ciò che ci è comunque dato, e a spingerci con gentilezza verso la consapevolezza che neanche un minuto di questo “tempo sospeso” che la pandemia, ondata dopo ondata, continua a farci sperimentare, può essere sprecato. C’è sempre motivo – e c’è sempre un luogo, magari solo nell’anima – per festeggiare gli affetti e le relazioni che contano nelle nostre vite e soprattutto per festeggiare il Natale, sia che crediamo nel Dio che si fa uomo tra gli umili per la nostra salvezza, sia che ci limitiamo a pensare che c’è almeno un giorno nell’anno in cui possiamo sentirci più buoni e vicini tra di noi. C’è sempre un motivo per consegnarsi non a un “distanziamento sociale”, ma a uno soltanto fisico, puramente e generosamente fisico. C’è sempre un motivo per trovare parole di benedizione anche dentro la fatica più grande, persino nel pieno di questa battaglia con un nemico invisibile e letale per tanti anziani e in modo imprevedibile per tutti gli altri. Avremmo davvero bisogno di occhi innocenti e profondi come quelli di una bambina di nove anni per saper guardare la vita e le prove che ci riserva traendone non un generico “meglio”, ma il bene che c’è. Sempre. Buona domenica e buoni giorni di festa a tutti.

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