giovedì 16 settembre 2010
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Caro direttore,è una sera come tante altre, sublime eppure monotona. Lo dico come se volessi accusare qualcuno: il tempo, lo spazio, questo mio insaziabile desiderio di trovare un perché; di dare un senso cristiano alla malattia di mia figlia. Sono la mamma di Vittoria. Nonna Grazia ha lanciato il 20 agosto su Avvenire un appello affinché Vittoria ricevesse molte cartoline colorate. Ne sono arrivate tantissime, da tutta Italia e anche dall’America e da Israele. È meraviglioso vedere e sentire come anime tanto distanti riescano ad avvicinarsi, a partecipare all’elemento comune. A coloro che hanno apposto il proprio indirizzo ho già inviato i più sinceri ringraziamenti. Non potendo ringraziare tutti, lo faccio pubblicamente e sono sicura che queste parole giungeranno indivise. Mio marito ha fissato in camera di Vittoria una lavagna di sughero per appenderci le cartoline e dare la possibilità alla piccola di ammirarle e di sorridere nel variopinto girotondo di colori e di paesaggi. È nostra premura renderla il più partecipe possibile, leggendole le belle parole a lei donate e poco importa se non riesce a comprenderle appieno, è il suo sorriso che ci scalda il cuore e ci riempie di commossa e sincera tenerezza; lei che, reclinando un poco il capo, ascolta serena. Vittoria, ieri 15 settembre, ha compiuto nove anni. In tutti questi anni, durante i quali abbiamo imparato a conoscere la malattia, a guardarla in faccia non senza tremore; in cui abbiamo lottato e cercato una possibilità di salvezza; in cui ci siamo lussati le anche e sentito l’odore del nostro stesso sangue scorrere a fiotti; in cui abbiamo capito e urlato al mondo che Vittoria è un grande dono di Dio... In tutti questi anni mi sono sempre chiesta: quale sorte toccherà mai a coloro che chiamati non seppero rispondere? Rispondere e seguire la chiamata con umiltà: è forse questo il nostro destino?

Milena la mamma di Vittoria

Rispondere e seguire, cara signora Milena. E, poi ancora, cercare e incontrare. Questo è il nostro cammino. Un bacio a Vittoria.
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