giovedì 3 gennaio 2019
Un lettore chiede lumi sulla destinazione «archeologica» di Palazzo San Felice. Ma è lunga la lista delle novità all’insegna di sobrietà e apertura ai cittadini delle residenze del Capo dello Stato
Mattarella ha cambiato l'uso di tutti i beni della Presidenza
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Gentile direttore,
mi riferisco al breve articolo di pagina 8 su 'Avvenire' del 15 dicembre 2018: «Il Quirinale cede Palazzo San Felice alla Biblioteca di Archeologia». Nello stesso, però, non si precisa né dove andrà a risiedere il personale visto che «fino allo scorso anno il palazzo ospitava una quarantina di alloggi del personale», né dove saranno ospitati i segretari generali considerato che non è più loro riservato il « vasto appartamento di rappresentanza con terrazza » . Completezza dell’informazione! Cordiali saluti.

Franco Ravasi

Lei stesso, gentile signor Ravasi, parla di un nostro «breve articolo» (tecnicamente una 'notizia' di una quindicina di righe). A volte, tenendo conto delle priorità di giornata, non c’è spazio ulteriore per informazioni che pure vanno date appunto per completezza d’informazione. La sua lettera, alla quale il direttore mi incarica di rispondere, offre l’occasione per tornare sull’argomento. Gli alloggi di servizio quirinalizi durante la Presidenza Mattarella sono stati ridotti da circa 65 a 18, mantenendoli (per ragioni funzionali, e non di 'status') solo per le figure professionali che devono avere reperibilità 'h 24'. Per fare degli esempi concreti: l’elettricista, il capo della manutenzione, il responsabile dell'autorimessa. Fin dall’elezione dell’attuale Capo dello Stato, il segretario generale e i consiglieri del Presidente hanno invece rinunciato a trasferirsi al Quirinale. Non si è registrata quindi l’esigenza di reperire altri alloggi dopo la concessione in uso ventennale al Mnistero dei Beni culturali di Palazzo San Felice. Finito il lavoro, semplicemente, funzionari e consiglieri rientrano a casa propria. Siamo purtroppo abituati a un’autoreferenzialità dei livelli istituzionali più alti, e non solo in quest’ultima fase, al punto che ci fa meraviglia quando vengono poste in essere delle scelte virtuose lontano dai riflettori, senza grancasse propagandistiche. Sempre per completezza, quindi, è il caso di ricordare che per Sergio Mattarella la pubblica fruizione dei luoghi del Quirinale è stato un impegno preso sin dal giorno del suo insediamento, e a quanto ci è dato di osservare si tratta di un impegno mantenuto, che ha visto i cittadini molto interessati a farne uso. Il Palazzo del Quirinale è meta ogni giorno di turisti e soprattutto di scolaresche in visita, che possono usufruire di un patrimonio artistico, storico e culturale di immensa importanza, oltre che di grande rilevanza nella nostra storia istituzionale. Altrettanto si può dire per la Caserma dei Corazzieri che, aperta al pubblico, fa la gioia soprattutto dei bambini, che si mostrano interessati alla cura che i corazzieri stessi hanno per i loro cavalli, ma anche alle moto d’epoca e agli altri cimeli che vi sono conservati. Per non dire delle mostre, non più tenute solo alle Scuderie del Quirinale, dal lato opposto della piazza, ma anche all’interno del Palazzo stesso: ricordo l’ultima, particolarmente significativa, sulle cosiddette leggi razzali contro gli italiani di discendenza ebraica, quasi a porre rimedio alla ignobile promulgazione che ottennero 80 anni fa, dal Colle più alto allora abitato dai reali di casa Savoia. Ultimamente è stato aperto al pubblico anche un altro gioiello della Presidenza, Villa Rosebery, a Napoli, da cui si gode uno dei panorami più splendidi sull’incantevole golfo. Infine, la tenuta di Castelporziano, alla periferia Sud di Roma: un’area di vastissima estensione che la Presidenza della Repubblica, storicamente, ha tenuto al riparo dalle speculazioni edilizie che hanno deturpato la pineta e il litorale Romano, e che da qualche mese è entrata anch’essa nella pubblica fruizione, con la possibilità concessa a gruppi di disabili, di anziani, e ora anche ai privati cittadini, di venire a contatto con un’area di grande rilevanza paesaggistica, ma anche culturale e archeologica. Una messa a disposizione di questi 'gioielli' che mi pare vada anche nella direzione del tanto auspicato abbattimento di privilegi (o anche solo di vecchie consuetudini) e della consacrazione del Quirinale come «casa degli italiani» secondo un indirizzo che ha caratterizzato tutte le ultime Presidenze e che l’attuale Capo dello Stato ha saggiamente accentuato.

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