Condizioniamo noi i gelatai
domenica 21 agosto 2022

Il modello di Hotelling di «differenziazione orizzontale di prodotto» è il padre dei modelli di competizione politica. L’autore lo mise a punto nel 1929, immaginando dei bagnanti distribuiti uniformemente (uno per ogni punto) su una spiaggia, che vogliono fare meno strada possibile per comprare il gelato, e due venditori, che hanno lo stesso prodotto e vogliono vendere più gelati possibili. La scelta ottimale dei due gelatai in equilibrio è quella di localizzarsi esattamente al centro della spiaggia dividendosi a metà le vendite complessive. Tradotto nella competizione politica dove i bagnanti sono elettori e la spiaggia il segmento delle preferenze politiche sull’asse destra-sinistra il modello predice che in bipolarismo i leader dei due poli si collocheranno con programmi quasi indistinti al centro dividendosi a metà l’elettorato.

Se ricordiamo alcune sfide come quelle tra Silvio Berlusconi e Romano Prodi in Italia nel 2006 e tra George W. Bush e Al Gore negli Stati Uniti nel 2000 – entrambe con conta all’ultimo voto –, ci accorgiamo che la predizione del modello non è andata molto lontano da quanto in realtà accaduto. La realtà, però, è molto più complessa della semplificazione del modello perché i poli non sono sempre solo due, gli schieramenti non sono omogenei ma in competizione al loro interno e gli assi delle preferenze politiche sono molteplici (per esempio: l’asse progressività fiscale-flat tax, l’atteggiamento verso la questione climatica, verso i migranti, verso la tutela della vita...) e, dunque, più che sul segmento di una spiaggia noi elettori siamo in realtà collocati in uno spazio a più dimensioni. Ma la sostanza resta perché ogni bagnante-elettore va a servirsi dal (ovvero vota per il) gelataio che sente essere più vicino avendo pesato l’importanza delle diverse dimensioni. L’avvento dei social media ha creato un terremoto nel modello.

Numerosi studi hanno evidenziato come i social media hanno favorito la polarizzazione ovvero la ricollocazione di molti bagnanti agli estremi della spiaggia. La ragione è che il business dei social media dipende dal 'traffico' di messaggi che a sua volta cresce quando si creano dialettiche aspre e conflittuali.

Abbiamo pertanto assistito ad affermazioni di gelatai 'populisti' che con apposite campagne di comunicazione hanno spinto i bagnanti verso un estremo della spiaggia dove si sono poi collocati. E dovremmo pertanto riflettere sui costi sociali scaricati sulla collettività dai social media non regolamentati (adesso lo sono un po’ di più che nella prima epoca di 'far west' pressoché totale, anche per iniziativa delle stesse società che li gestiscono).

Ma il punto fondamentale è ancora un altro. Se ci pensiamo il modello di Hotelling (e tutti i suoi figli) non realizzano risultati ottimali se visti nell’interesse dei bagnanti (che saremmo, poi, noi cittadini). Il pallino in mano ce l’hanno i gelatai, sono loro che decidono insindacabilmente dove mettersi e la loro scelta migliore non è detto che sia la migliore per i cittadini. I cittadinibagnanti sono passivi (il loro posizionamento sulla spiaggia viene stimato dai sondaggi d’opinione) e non adottano nessuna azione particolare per influenzare il posizionamento dei gelatai sulla spiaggia.

Con la logica dell’Alleanza della Società Civile, alla quale anche chi scrive partecipa, si punta a capovolgere la prospettiva. I cittadinibagnanti se vogliono migliorare il loro benessere possono e devono organizzarsi meglio verificando su quali assi e dimensioni esistono aggregazioni significative di preferenze nello stesso punto della spiaggia per spingere i gelatai a venire a portare il gelato esattamente in quel punto. L’aggregazione della domanda non è cosa facile né banale e sono necessari ausili e facilitatori per esplicitarla. Ma andando a scavare si trovano senz’altro non poche questioni dove la storia delle esperienze della società civile ha identificato la frontiera di alcune migliori pratiche che possono mettere d’accordo moltissimi e diventare calamita di attrazione per le forze politiche.

Approfondendo il punto gli assi della sussidiarietà, partecipazione, cittadinanza attiva, inclusione sociale, generatività, creazione di valore sociale ed economico troviamo tante proposte e ricette sperimentate e condivise sulle quali il posizionamento della società civile va reso manifesto alla classe politica. Alcuni esempi citati nell’appello pubblicato su 'Avvenire' del 2 agosto 2022 sono i processi di coprogrammazione e coprogettazione, le comunità energetiche, la formazione continua, i processi d’inclusione sociale fondati sulla cura delle relazioni. Altri emergono dai tanti altri appelli che stanno spuntando in questi giorni come segno della ricchezza della nostra società civile.

Alla fine delle elezioni si forma un governo e dunque i bagnanti possono servirsi da un solo gelataio. Ci sarà, perciò, da fare i conti con il risultato delle prossime elezioni generali, che sarà sicuramente importante (selezionerà il gelataio e il suo posizionamento), ma c’è un mondo dopo il 25 settembre e il benvivere in quel mondo dipenderà dalla distanza tra bagnante e gelataio. Il lavoro di queste settimane e mesi della società civile serve a migliorare le nostre prospettive future creando un metodo e un processo in grado di ridurre questa distanza prima e dopo il voto e favorendo l’affermazione di soluzioni condivise che generano progresso civile verso il bene comune.

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