Come si usa giustamente il verbo «evacuare» e perché è nata una nuova accezione
sabato 28 agosto 2021

Gentile direttore, le scrivo per sottolineare che spesso il verbo 'evacuare' è utilizzato male anche su 'Avvenire'. Vengono infatti evacuati i luoghi e non le persone (cfr. https://tinyurl.com/evacuare). Me lo disse a lezione la mia professoressa di Grammatica italiana all’Università di Torino e da allora mi è rimasto impresso. Con stima

Fabio Rosana


Ha ragione, gentile professor Rosana. L’accezione corretta e l’uso conseguente del verbo evacuare è 'svuotare un luogo' e colgo l’occasione per ricordarlo a me stesso e ai miei colleghi. Esiste, però, una seconda accezione che non è (ancora?) accolta dai dizionari, ma è ormai riconosciuta come di uso frequente: 'portare in salvo persone'. Si tratta di un verbo che, comunque sia, fa male usare e che ci riporta immediatamente al dolore di coloro che devono fuggire in condizioni drammatiche, come oggi tanti afghani e afghane. Ma fermiamoci alla grammatica. Gli esperti – io non lo sono abbastanza – spiegano che quest’ultima accezione, 'portare in salvo persone', è frutto di una contaminazione con l’inglese to evacuate( e so già che a più di qualcuno quest’ennesimo anglismo non piacerà affatto). Provo a cavarmela dicendo che le lingue quando sono vive, e finché lo restano, conservano ciò che è fondamentale eppure evolvono. Spero, e cerco di fare la mia parte per questo, che l’italiano resti un albero vivo e vegeto, anche con qualche foglia nuova e magari un po’ storta.

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