venerdì 13 giugno 2014
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Gentile direttore,
 
vorrei descrivere in poche parole l’«Emporio di Spinaceto», a Roma, secondo la mia esperienza di semplice volontario della Caritas. Tutto è cominciato circa tre anni fa con una scommessa buona: “Ce la faremo?”. E sulle sole forze dei diaconi Massimo Olivieri e Tommaso Del Grosso e di pochi volontari che si erano fatti avanti. Poter dire, oggi, che un ambiente terribilmente mal ridotto sarebbe diventato un dignitoso piccolo “supermercato” è come raccontare la storia del piccolo e brutto anatroccolo destinato a diventato un cigno. Tutto era “da fare”, tutto era da “inventare”, tutto era da “sopportare” comprese le frasi tipo “Non ce la farete mai!” o certi sguardi, o sfuggenti o... di umana compassione. Tutto era “da fare”, tutto era da “sopportare” ma, quando un progetto parte da Lui allora ha dentro di sé qualcosa di miracoloso. Le barriere si abbattono, le forze si moltiplicano anche su deboli braccia segnate dalla malattia, come quelle del nostro caro diacono Tommaso. Come per incanto c’è stato chi si è occupato del circuito elettrico, chi con calce e cemento ha chiuso i buchi dei muri, chi si è preso semplicemente il compito di allontanare le formiche golose con del sale da cucina. Tutto ha, poco a poco, preso il verso giusto, ogni cosa si è incanalata per la sua giusta strada e si è capito e visto che era destinata a realizzarsi. Ora l’Emporio è una realtà sulla quale molte famiglie fanno affidamento, soprattutto in questo periodo di profonda crisi economica. Molte le famiglie che, con grande dignità, vengono a “fare la spesa” da noi; ci ripagano con un sorriso, con un semplice grazie, o meglio ancora, dicendo una preghiera di ringraziamento a Colui che tutto questo ha voluto.
Luciano Bagnoli, Roma
 
La rete degli “Empori della solidarietà” promossi e realizzati dalla Caritas è oggi attiva a Roma, a Parma, a Gorizia, a Prato, ad Ascoli Piceno, a Lecce e a Lamezia Terme. È una rete ancora piccola, ma davvero esemplare, che si deve e si regge anche e soprattutto grazie a persone come quelle di cui lei ci parla, gentile signor Bagnoli, e che le somigliano. Uomini e donne capaci e generosi delle proprie abilità e del proprio tempo, innamorati di Cristo e decisi a guardare in volto e a rispettare i poveri (e i tanti impoveriti) in una sistema sociale ed economico che tende a renderci tutti moralmente e materialmente “miseri”. Negli Empori trova ascolto, ottiene credito e fa la spesa chi è spinto ai margini dalle logiche del «pensiero dominante», logiche idolatriche dalle quali oggi ci mette in guardia con vigore Papa Francesco. Grazie per questo suo rapido racconto, caro amico, che riesce a renderci partecipi del vortice di buona volontà e di concreta dedizione che a Roma – si veda il sito www.emporiocaritas.org – ha fatto sì che l’esperienza del primo Emporio (quello di Santa Giacinta, alla Cittadella della Carità sulla Casilina Vecchia, al numero 19) si sia riproposta con successo nella “sua” zona di Spinaceto (in via Avolio 6). La strada da percorrere è proprio quella che lei, caro amico, delinea: fidarsi della Provvidenza e aiutarla, facendosi in tutta semplicità suoi strumenti e allargando il cerchio di chi collabora e consente a iniziative di questo tipo di partire e di durare. Si può fare e si fa, riuscendo a mobilitare con grande (e un po’ visionaria) efficacia “energie buone” e aziende solidali. E, mettendosi all’opera, ci si rende conto che se nessuno può farlo al posto nostro, e che ognuno – misurandosi con la propria vita, con i propri doveri e con la propria coscienza – può dare una mano. La solidarietà è contagiosa e praticarla con convinzione e cristiana allegria fa stare bene proprio tutti, quelli che la danno e coloro che la ricevono.
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