Verstappen e Hamilton, pure i campioni hanno un padre
martedì 14 dicembre 2021

Supereroi, certamente. Piloti cibernetici, senza dubbio. Capaci di ridurre le emozioni a un parametro tecnico da tenere sotto controllo, come il consumo del carburante o le temperature dei freni. Ma anche umani, troppo umani. Nel giorno della sfida finale, forse la più bella mai andata in pista nella storia della Formula Uno, Max Verstappen e Lewis Hamilton hanno saputo mostrare al mondo che sì, è vero, vivono di vittorie, fama e lauti ingaggi. Ma che forse non sarebbero diventati degli assi se non si fossero nutriti dei sentimenti più veri, se non traessero linfa dagli affetti più cari. Forse non sarebbero arrivati al duello mozzafiato di Abu Dhabi se non avessero sempre avuto accanto, presenze discrete ma fondamentali, i rispettivi papà.

Subito dopo il trionfo, Jos Verstappen, che fu pilota modesto prima di divenire genitore di un fenomeno, balza in pista ad abbracciare il suo Max. Lo stringe, poi dopo qualche secondo allenta la presa. Ma l’olandese volante non lo molla, lo tiene stretto a sé per un istante lungo 24 anni, i suoi. Qualche minuto dopo, prima che la festa cominci, i due si chiudono in uno stanzino per metabolizzare il successo. Jos parla e Max ascolta, gli occhi persi chissà dove. Poi accenna un sì con la testa. Il mondo può attendere, è il loro momento. Perché solo loro sanno quanto è costato, quanto significa davvero. Sacrifici, delusioni, speranze. E ora condividono una gioia così grande che sembra quasi schiacciarli.

Pochi metri più in là papà Anthony consola Lewis, lo accarezza, gli sussurra parole dolci. Il sette volte campione del mondo lo fissa senza fiatare come faceva vent’anni fa, sulle piste di kart, dove tutto ebbe inizio. Anche Lewis annuisce, mentre ancora ripensa all’ultimo giro fatale. Ha perso, ma anche stavolta papà è lì. Come quando vinceva. Semplicemente c’è.

Poi il signor Anthony, che pur di far correre il figlio si sobbarcava due lavori, compie un gesto spontaneo e bellissimo. Raggiunge Max e Jos, ancora chiusi nella loro bolla di intima e incredula felicità, per portare i complimenti al vincitore del Mondiale 2021. Regalando un buon esempio enorme, un manifesto di sportività, che in un colpo solo cancella le velenose polemiche di una stagione tanto entusiasmante quanto feroce. Tutto, in questo magnifico epilogo, è dimenticato. Anche Lewis, talis pater, riconosce i meriti del suo giovane erede. E non importa se hanno rischiato di farsi male a vicenda: Max che viene sbattuto fuori dalla Mercedes a Silverstone, Lewis che si vede volare la Red Bull sul casco a Monza. I rancori rimpiccioliscono di fronte alla grandezza sportiva del momento.

E mentre scorrono i titoli di coda, Kimi Raikkonen, per tutti Iceman, lascia alla chetichella il circuito tenendo per mano i suoi due bambini biondissimi. Come aveva annunciato, non si è emozionato per la sua ultima gara. E non c’è da stupirsi, per uno che quando vinse il Mondiale con la Ferrari concesse al massimo un ghigno. L’«uomo di ghiaccio» si è detto addirittura sollevato, perché adesso potrà finalmente godersi la famiglia. Enzo Ferrari diceva che i piloti perdono un secondo al giro a ogni figlio. Forse perché smettono di pensare solo a se stessi, diventando più umani e, dunque, più fragili.

E infine. Lontano, dalla sua casa di sofferenza, un altro papà avrà scrutato le gesta del figlio. Lui, abituato a vivere da primo, chissà cosa prova nel vedere il giovane Mick battersi sempre tra gli ultimi. Impossibile saperlo, perché da sempre la riservatezza ovatta il dramma di Michael Schumacher. Ma ci piace pensare che anche a lui, alla fine, sia scappato un sorriso.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI