Secondo buon diritto
giovedì 10 febbraio 2022

L’inserimento in Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, non solo è una bella notizia, attesa da decenni, anticipata da letture lucide della Carta e ora solennemente decisa dal Parlamento, ma è anche un importante e concreto impegno per il futuro. Per quelle «future generazioni» che esplicitamente, e splendidamente, sono citate nella modifica dell’articolo 9. Perché non si tratta solo del diritto dell’ambiente, ma del diritto all’ambiente. Che è molto di più. La conferma è nell’altra importante modifica, quella dell’articolo 41, nel quale ora si prevede che l’iniziativa economica privata «non può svolgersi in modo da recare danno alla salute, all’ambiente».

Le due modifiche sono, dunque, un passaggio cruciale: il completamento di un lungo cammino partito col riconoscimento in Costituzione della tutela del paesaggio, bene più culturale che ambientale. Non a caso il primo Ministero a occuparsene fu quello per i Beni Culturali e Ambientali istituito nel 1974. Ambiente come parte del paesaggio al pari delle opere dell’umanità, ma ancora non compreso nella sua specificità, nei suoi rapporti diretti con gli esseri umani. Ambiente come bellezza: giusto, ma non sufficiente. Solo nel 1984 nasce il ministero per l’Ecologia, oltretutto senza portafoglio. E si deve arrivare al 1986 per avere un vero ministero dell’Ambiente.

Una competenza per anni residuale, separata. Dove la tutela della natura era vista in modo statico: conservazione ecologica e non 'conversione' ecologica. Anche se qualcuno già ne parlava in modo esplicito. «Per conversione ecologica intendo la svolta oggi quanto mai necessaria e urgente che occorre per prevenire il suicidio dell’umanità e per assicurare l’ulteriore abitabilità del nostro pianeta e la convivenza tra i suoi essere viventi».

Lo scriveva nel 1989 Alex Langer, uno dei più lucidi e profetici esponenti del movimento verde in Italia, uomo di sinistra e di profonda fede, morto per sua tragica scelta nel 1995. Una riflessione che è ritornata, in modo potente, 26 anni dopo con l’enciclica Laudato si’. «Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?», è la forte domanda di papa Francesco. Parole che sembrano raccolte nella modifica costituzionale che collega la tutela dell’ambiente alle «future generazioni». Una tutela che conferma lo strettissimo rapporto tra ambiente e uomo, non separati ma «sulla stessa barca», come ha detto il Papa nella drammaticamente vuota piazza San Pietro il 27 marzo 2020, nel pieno della pandemia di Covid.

L’ecologia integrale per Francesco «è un invito a una visione integrale della vita, a partire dalla convinzione che tutto nel mondo è connesso e che, come ci ha ricordato la pandemia, siamo interdipendenti gli uni dagli altri, e anche dipendenti dalla nostra madre terra». Tutelare l’ambiente, la biodiversità, gli ecosistemi, ci riguarda. Riguarda tutti. Non è tema da salotti di intellettuali che se lo possono permettere, come, purtroppo, si diceva non tanti anni fa.

È tutela del Creato, il dono che Dio Padre ci ha consegnato e del quale siamo custodi. Per troppo tempo ce ne siamo dimenticati, fino a quando il Creato stesso ci ha fatto capire, duramente, cosa stavamo facendo, sbagliando pesantemente. Perché anche noi siamo il Creato, anche noi siamo l’ambiente, e tutelarlo vuol dire, come ha ricordato più volte papa Francesco, difendere la nostra vita, la nostra stessa esistenza. E, in particolare, la vita dei più deboli.

Perché, ripete sempre il pontefice, il grido della Terra è il grido dei poveri.

Dunque il nuovo principio inserito in Costituzione è a tutti gli effetti un diritto sociale. Per questo è stato modificato anche l’articolo 41 che parla di utilità sociale, sicurezza, libertà e dignità umana. Tutela dell’ambiente, sono sempre parole di papa Francesco, è tutela della 'casa comune': casa nostra, animali, piante, aria, acqua, rocce, persone. I nuovi articoli dell aCostituzione della nostra Repubblica sono un impegno a viverla insieme, con attenzione, con rispetto, con amore, secondo buon diritto.

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