Bruti? No, grazie. Oggi come ieri
sabato 14 aprile 2018

La singolar tenzone in cui sono impegnati i due fini rimatori Trump e Putin appassionare il mondo fa. Patapim patapum. Forte! A me, chissà perché, fa sovvenir alla memoria circostanze analoghe vecchie di mezzo secolo…

Padova, anni Sessanta, scuola media statale 'Giotto', classe II-H. I due bulletti dodicenni brufolosi si affrontano petto contro petto, mento alzato e occhio cattivo. Dei veterani, ossia dei ripetenti, assai rispettati: non per i risultati scolastici, che in una classe di trenta preadolescenti maschi sono irrilevanti; ma per la forza bruta, e quei due erano grossi il doppio di noi. «Varda che te dago » (guarda che te le do di santa ragione), ringhia minaccioso il primo. « Te speto fora » (ti aspetto fuori), sibila feroce il secondo di rimando.

Poi appariva il professore e la cosa finiva lì, di colpo, con sollievo di tutti noi. La paura era giustificata: se il professore li avesse colti in flagrante, avrebbe assegnato all’intera classe una tripla letale dose di equazioni o di riassunti, che tutti avrebbero svolto temendo ulteriori sanzioni, tranne i due brufolosi attaccabrighe, gli unici a fregarsene. Non so a quale raffinata scuola pedagogica si ispirassero quei professori anni Sessanta. Forse ritenevano che, esasperando i 28 alunni miti, li avrebbero indotti a ribellarsi alla sciocca dittatura imposta dai due bruti. Cosa impossibile, a meno di non voler far scorrere il sangue. In quella Tombstone che erano le IIH (solo maschili) d’Italia, non c’era nessun Wyatt Earp a venirci in soccorso con Doc Holliday all’OK Corral. Nessun Tex Willer con il fido Kit Carson a far giustizia sommaria a sganassoni. Eravamo soli e potevamo solo sperare che ci fossero risparmiate le triple dosi letali di compiti giulivi.

Mezzo secolo dopo, non ricordo di aver mai visto i due campioni affrontarsi sul serio de fora, sotto un portico o ai giardinetti. Io filavo a casa diritto senza voltarmi. Ma ho la netta sensazione che non se le diedero mai. La loro era una pura esibizione rituale che scaturiva da un’irrefrenabile esigenza intima, dal profondissimo del loro cuore nero, una sorta di dipendenza. Loro avevano bisogno l’uno dell’altro e forse perfino si amavano. Eravamo noi a non avere alcun bisogno di loro, accidenti. Ieri, e oggi.

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