sabato 14 luglio 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
​Sarà forse colpa del caldo atmosferico o forse l’approssimarsi della zona-elezioni, ma in queste settimane assistiamo a una strana accelerazione della politica nazionale e locale su iniziative in tema di regolazione delle relazioni familiari. Non sapremmo dire se per colpi di sole o smania di colpi di mano.Il pur positivo disegno di legge "Disposizione in materia di riconoscimento dei figli naturali", orientato alla tutela della parità di tutela giuridica dei minori, in discussione in Parlamento, rischia di introdurre il riconoscimento da parte dei genitori anche per i figli nati da rapporti incestuosi, legame negato dalla legislazione vigente, a partire da un criterio assoluto di protezione del minore. Già nelle scorse settimana avevamo segnalato che il criterio del «superiore interesse del minore» imponeva di proteggerlo da una storia così tragica, inserendolo subito in percorsi adottivi che lo allontanassero e proteggessero definitivamente da genitori e relazioni familiari certamente "malefiche". Una saggezza giuridica consolidata in secoli di norme, che custodiscono l’idea che la famiglia può e deve essere il primo luogo di protezione per ogni persona, soprattutto per i più deboli, e che la differenza e la distanza tra le generazioni (il divieto di rapporti sessuali tra genitori e figli) è una delle radici della cultura personalistica e della dignità della persona: valore cristiano, ma anche profondamente laico. Appare francamente sconfortante, poi, l’argomentazione secondo cui il minore così verrebbe privato di ipotetici diritti economici, triste conferma di una deriva valoriale per una società in cui gli unici valori in campo sono quelli patrimoniali.Sempre a livello nazionale, non si capisce (o meglio, si capisce benissimo) lo strano pressing di Paola Concia sul presidente della Camera, Gianfranco Fini, per «estendere i diritti dei conviventi dei parlamentari» anche ai partner dello stesso sesso. Fini, da parte sua, risponde assumendosi impegni di rapidità degni di miglior causa, e con un poco elegante «credo anche che, dopo le mie parole, avrete capito come la penso...». In un tempo in cui si tagliano migliaia di posti letto negli ospedali e lo Stato sociale si fa sempre più avaro, i nostri parlamentari trovano scorciatoie solo per i propri privilegi, sia pur negativi. Perché non abbiamo visto lo stesso impegno quando si trattava di chiedere sostegno per le famiglie con figli, o per inserire nella riforma del mercato del lavoro più misure di conciliazione?A Milano, la giunta del sindaco Pisapia e dell’assessore Maiorino ha approvato in commissione un testo per l’istituzione del registro delle unioni civili, atto essenzialmente inutile per i milanesi, come riconosciuto anche da alcuni membri della giunta, ma finalizzato a sollevare una "vertenza" di carattere nazionale. Inutile non per pregiudizio, ma per evidenza, perché l’accesso a servizi essenziali e bandi a coppie non sposate era già stato consentito, dall’Amministrazione comunale, senza bisogno di riferirsi al registro. E poi la fretta di chiudere tutto entro luglio, come se si trattasse di una priorità assoluta, dimenticando anche di ascoltare i Consigli di zona, luogo di democrazia partecipativa fortemente promosso dalla stessa giunta Pisapia in campagna elettorale. Perché non abbiamo visto lo stesso impegno e la stessa urgenza per inserire misure fiscali e tariffarie di favore alle famiglie con figli, in una Milano in cui la pressione fiscale sulle famiglie è cresciuta in modo oggettivamente assai forte?In tempi di governi di emergenza, in tempi di unità nazionale per affrontare la crisi economica, in tempi di «sacrifici per tutti», forse sarebbe meglio non agitare bandiere e ingaggiare battaglie ideologiche su temi essenziali per la coesione e la stessa sopravvivenza della nostra compagine sociale e che, proprio per questo, esigono un dibattito ampio e serio, in tutto il Paese. Si portino, dunque, i temi fondamentali della famiglia al centro della sfida più alta: il confronto elettorale generale, riproponendo con chiarezza all’attenzione dei cittadini anche i valori di riferimento e le conseguenti scelte strategiche per il Paese. Basta con questa vecchia politica (e vecchia burocrazia) travestita da nuova, che pretende di cambiare il Paese a colpi di decreti, atti amministrativi, emendamenti notturni. A favore di pochi, a danno di tutti.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: