sabato 17 marzo 2018
Per promuovere l’equità nel mercato unico, la Commissione europea propone di istituire un’autorità europea del lavoro
(Fotogramma d'archivio)

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Per promuovere l’equità nel mercato unico, la Commissione europea propone di istituire un’autorità europea del lavoro. Se si chiede agli europei quale sia per loro il diritto più importante garantito dall’Ue, otto su dieci rispondono: la libera circolazione. Oggi 17 milioni di europei vivono o lavorano in un altro Stato membro.

Quasi il doppio rispetto a dieci anni fa. Disponiamo ora di norme eque per agevolare la mobilità del lavoro, ma cosa succede se i cittadini non conoscono i loro diritti o se tali diritti non sono rispettati nella pratica? L’autorità europea del lavoro può aiutare i cittadini, i lavoratori e le imprese in movimento, può fungere da guida a chi cerca di orientarsi in un mercato del lavoro sempre più europeo. L’autorità aiuterà gli Stati membri a cooperare affinché tutti possano attuare norme eque, fornirà loro sostegno e assistenza nello scambio di informazioni, nella realizzazione di ispezioni congiunte e per lavorare meglio insieme. Desidero inoltre che tutti abbiano accesso alla protezione sociale.

Il contratto di lavoro a tempo indeterminato non è più la norma. Quattro europei su dieci sono lavoratori autonomi, oppure assunti con contratti a tempo determinato. Molto spesso non possono aderire ai sistemi di sicurezza sociale. Passando da un posto di lavoro a un altro, non riescono ad acquisire diritti sufficienti a sostenerli quando sono senza lavoro. Oltre a tutto questo, il mondo del lavoro è in rapida evoluzione. Dobbiamo quindi aggiornare le nostre norme. È possibile utilizzare una app per ordinare un taxi, del cibo o addirittura una babysitter. Ma quando ci si ammala, si invecchia o si perde il lavoro, chi paga l’ospedale, la pensione o le prestazioni? Proponiamo che tutti, compresi i lavoratori autonomi e i lavoratori della “gig economy”, siano in grado di acquisire diritti versando contributi. Invito gli Stati membri e le parti sociali a cogliere tale opportunità, ad assumersi le proprie responsabilità e a sostenere queste proposte. Il successo o il fallimento dell’Europa dipendono dal benessere dei nostri cittadini. L’Europa cresce di nuovo. L’Europa funziona di nuovo. Ora si tratta di renderla di nuovo inclusiva.

*Commissaria europea, responsabile per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori.

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