Ancora un appello appassionato contro la guerra e la sua escalation
sabato 21 maggio 2022

Gentile direttore,
condividiamo con lei e con i lettori di 'Avvenire' l’appello «Fermiano l’escalation della guerra» di cui siamo promotori e primi firmatari. Sta raccogliendo centinaia e centinaia di adesioni ed è promosso da persone e associazioni di orientamenti culturali, politici e di fede differenti, ma accomunati dalla grande preoccupazione per le gravi prospettive che ha e, soprattutto, per quelle che potrebbe assumere, l’attuale conflitto in Ucraina. Ecco il testo. «L’articolo 11 della nostra Costituzione recita: 'L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie a un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo'. Ebbene, noi riteniamo che la gravissima situazione che si è creata in Ucraina e i suoi ultimi sviluppi chiedano oggi al nostro Paese di mettere in campo, senza più esitazioni, uno sforzo del tutto straordinario per individuare e promuovere strade finalmente ispirate a un pieno, sincero e coerente atteggiamento di ripudio della guerra come ci impegna l’art. 11. La pericolosissima crisi in atto vede, rispetto a due mesi fa, uno scontro sempre più ravvicinato tra Russia e Nato che può portare a esiti apocalittici. Ci appelliamo perciò al Parlamento affinché ridiscuta in modo risoluto la questione della guerra in Ucraina dando voce a riflessioni e valutazioni che oggi, rispetto a due mesi fa, sono in grado di discernere meglio i rischi che la situazione contiene. Invitiamo il Governo ad allearsi con i partner europei che intendono perseguire la strada del dialogo e del negoziato realizzando così 'il futuro di pace fondato su valori comuni', che ha garantito in tutti questi anni la pace in Europa. Chiediamo che cessi l’invio di armi in Ucraina da parte del nostro Paese, che colloca l’Italia in una posizione di co-belligeranza. L’obiettivo è quello di giungere al più presto a una cessazione del conflitto tra le parti, in modo da creare le prime condizioni per dar luogo a un vero negoziato. A tutte le cittadine e cittadini che si riconoscono nella Costituzione della nostra Repubblica chiediamo di sostenere l’imbocco di questa nuova strada, mettendo tra parentesi le concezioni diverse che essi possono avere sulla natura e l’origine del conflitto. Come è stato scritto: 'Oggi non è il momento di giudicare, il problema oggi non è di avere o non avere ragione nell’assolvere o nel condannare', ma quello di fermare la corsa verso il precipizio, finché c’è tempo. Facciamo sentire la nostra voce». Chi desidera firmare la petizione può farlo QUI

Maurizio Serofilli Francesco di Matteo, Lucia Piacentini, Antonio Mammi, Domenico Campana


Segnalo volentieri anche la vostra iniziativa, gentili amici e gentile amica. Petizioni e mobilitazioni si stanno moltiplicando, dando voce a tanta parte della società italiana ed europea. C’è chi vorrebbe che condanna dell’invasione russa dell’Ucraina e rifiuto dell’escalation bellica non andassero insieme, come sorelle. Ma è così. E più si accumulano, colmi di violenza e orrore, i giorni di questa ulteriore e terribile fase della guerra d’Ucraina e più bisogna farlo sentire chiaro e forte. Politici e diplomatici si decidano a mettere al primo posto le sofferenze delle vittime della guerra e fermino la corsa verso uno scontro sempre più duro e totale... Grazie.

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