Ancora sul basilare diritto agli affetti degli anziani in Rsa: servono risposte
giovedì 9 luglio 2020

Caro direttore, ormai dopo settimane di post-piena emergenza per così dire, a seguire dopo mesi di isolamento ex piena-emergenza, mia madre è in una Rsa: dove non è possibile andare a trovarla se non per brevissimi minuti, non è possibile 'toccarla', non è possibile sorriderle ed è difficile anche solo guardarla negli occhi, per via della mascherina. Così, ogni mio esserle vicino, volerle bene come solo è possibile con lei – fisicamente, tattilmente – ormai declinata la sua mente, è impossibile. Mi rendo conto benissimo della grande questione 'sicurezza', delle necessaria cautela: ma so anche che questa distanza fisica da mia madre, e la separazione di tutti i nostri vecchi da carezze e sguardi, dal tener loro stretta la mano, niente di più, dal tutto che possiamo ancora dare-dire loro, sigilla da viva lei, e tutti coloro che sono come lei, in una camera mortuaria, la consegna alla 'morte al mondo' da cui si vuole salvare lei, e tutti coloro che sono come lei…

Lettera firmata


È una ferita aperta la difficoltà in troppe Rsa di coniugare, dopo la tragedia dell’aggressione del coronavirus, sana sicurezza e basilare 'diritto agli affetti' dei grandi anziani ospitati in queste strutture. Dopo la lettera di domenica 28 giugno 2020 della signora Claudia Zoppi sulla necessità di sagge «linee guida nazionali» a questo proposito, ecco una nuova e dolente testimonianza-appello. La consegna ad 'Avvenire' un lettore assiduo e uno stimato professionista, e mi chiede riservatezza (per sua madre, non per sé). Le parole emozionate che ha indirizzato a me, ma più ancora ai responsabili del nostro sistema socio-sanitario, confermano l’urgenza di dare risposta alla questione. È assurdo consegnare anzitempo una persona, qualunque persona, alla totale «morte al mondo», e tanto più una madre nel rapporto ancora possibile con il figlio. Trovare un giusto mezzo si può e si deve, e infatti ci sono buone pratiche e soluzioni serie e umane che conciliano sacrosanta precauzione e almeno sufficiente prossimità familiare. Il giusto mezzo deve diventare ponderata regola, se non si vuol certificare l’irreversibile crisi dell’utilità stessa delle Rsa. (mt)

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