sabato 4 giugno 2011
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Gentile direttore, mi riferisco alla lettera del signor Massullo, apparsa nella pagina di Forum domenica 29 maggio e alla sua risposta che a me è apparsa non chiara né esaustiva. Mi permetto di riformulare a mio modo il quesito del signor Massullo.È possibile e moralmente lecito a un cattolico con coscienza ben formata votare un candidato politico che, fra tante cose belle, sostiene anche le coppie di fatto, l’aborto, l’eutanasia... cioè scelte contrarie a principi che la Chiesa ritiene non negoziabili?

Guglielmo Nicoletti, Padova

Lei, gentile signor Nicoletti, non riformula affatto il quesito del lettore Massullo che era totalmente incentrato sul valore da dare alla valutazione di coscienza, me ne propone uno diverso. Un quesito al quale, peraltro, in queste settimane come già negli anni scorsi, su Avvenire abbiamo dato più volte quella che ci sembra una risposta sensata e utile. Comunque sia, gliela ripeto volentieri: i «valori non negoziabili» sono impegnativi per un cattolico, e il Papa e i vescovi ce li indicano per poter sviluppare un’azione politica e sociale giusta e per aiutarci nel formulare un giudizio su chi ambisce a svolgere un ruolo e un servizio pubblico.Ricordo per l’ennesima volta questi valori che delineano quell’«etica della vita» che dà base all’«etica sociale»: tutela della dignità della persona e della vita umana in ogni momento e condizione (nascente, povera, migrante, malata, morente...), riconoscimento del ruolo fondamentale della famiglia naturale, cioè fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, libertà di educare i propri figli. Questo vuole dire che il politico che dichiara di non volerli rispettare oppure – mi permetta un’autocitazione – che voglia «farli a fette», selezionando solo quelli a lui graditi, non merita di essere sostenuto. E questo è un giudizio che possiamo dare "ex ante", sulla base cioè dei programmi e delle dichiarazioni che li accompagnano.Già che ci sono, però, aggiungo chiarezza a chiarezza. Il politico che afferma di voler rispettare in tutto e per tutto quei valori cardine, ma in pratica fa poco o nulla per essere conseguente con essi e, magari, si limita appunto a 'non fare' oppure arriva addirittura a smentirsi agendo in senso contrario ai propositi annunciati, beh non è un politico moralmente corretto, ma uno che fa propaganda. Dunque, neanche chi opera così merita, a mio parere, di essere sostenuto. E questo è un giudizio che si può formulare 'ex post', maturandolo cioè sulla base di fatti verificati.Nella realtà accade che ci si possa trovare davanti a proposte politiche che "ex ante" o "ex post" appaiono rischiose sul piano decisivo dei valori, e allora da cronista constato che si tende a bocciarle entrambe – una parte del non voto ha queste motivazioni di disgusto e/o di riprovazione – oppure a scegliere quello che si ritiene, in coscienza (ben formata, c’è da augurarsi), il «male minore». Per questo è così importante l’analisi dei programmi presentati e della storia dei candidati leader e delle diverse formazioni politiche. Spero di essere stato «esaustivo» e ricambio con stima il suo cordiale saluto.
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