Alt alla maternità surrogata, impegno di civiltà da non fare brutto
sabato 8 aprile 2023

Direttore,

è inutile con lei: l’ipocrisia, quando è alla base dei princìpi che si professano, intacca tutto. Quante coppie etero rispetto alle omosessuali usano questa immonda pratica? Questo il risultato: lo 0,0006%, cioè 6 coppie su 1.000.000, delle coppie etero ricorre all’utero in affitto, contro lo 0,3% (3 su 1.000, circa 1 su 330) delle coppie omosessuali. Questi, quindi, praticano il turpe mercimonio 500 volte di più. In più chi si sbraccia per le coppie arcobaleno per benedizioni e santificazioni se non voi, con le pagine dedicate agli omosessuali credenti, assieme alle parole accoglienti del capo burattinaio Bergoglio? Ipocriti vi chiama Cristo, e non è un complimento. Auguri.

Mauro Mazzoldi


Gentile direttore,

sono genitore di una persona omosessuale e sono assolutamente contrario alla pratica della maternità surrogata. Sono contento che in Italia una legge, la legge 40 del 2004 che regola le pratiche di procreazione medicalmente assistita per le coppie in difficoltà, l’abbia esclusa dalle pratiche lecite. Tuttavia, da quel lontano 2004, molte coppie eterosessuali hanno fatto viaggi della speranza all’estero e sono tornate con un figlio che in Italia non avrebbero potuto avere. Ma non mi sono accorto che la cosa abbia suscitato scalpore, che abbiano suscitato titoli come quello a pagina 3 del 22 marzo scorso: «Domande urgenti sull’umano sotto la greve luna dell’artificio». Ma quale artificio? Questa tecnica è vecchia come il mondo, l’ha utilizzata Abramo su istigazione di sua moglie Sara, per avere un figlio che secondo loro tardava un po’ troppo ad arrivare: «Sara disse ad Abramo: “Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli”. Abramo ascoltò l'invito di Sara» (Gen 16,2). La tecnica è meno sofisticata ma si tratta pur sempre di maternità per altri. È un fatto che la maternità surrogata diventa fonte di scandalo solo quando a ricorrervi è una coppia gay. Forse mi sbaglio, ma ho l’impressione che occasioni come quella innescate dal testo europeo siano un invito a nozze per gli omofobi italiani che possono sfogare rabbia e indignazione verso persone che conoscono solo attraverso la narrazione che viene proposta dai media in occasione dei Gay Pride (A nessun giornale verrebbe in mente di presentare la società brasiliana attraverso il Carnevale di Rio, ma il mondo omosessuale viene presentato mostrando la sfilata del Gay Pride; e poi non tutta, solo la parte più “pittoresca”!). La maternità surrogata deve diventare un reato universale? Sono d’accordo, ma non solo quando a praticarla sono i gay. Il suo giornale ha realizzato inchieste rimarchevoli, provi a indagare su quali sono i maggiori utenti di questa pratica! Potrebbe essere illuminante scoprire quanti sono nelle famiglie tradizionali i figli nati in questo modo. E ai nuovi nati impediremo la trascrizione “completa” nei nostri registri? Sono contrario alla pratica della maternità surrogata! Abramo e Sara non si sono comportati da buoni genitori nei confronti di Ismaele e lo hanno scacciato, lo hanno depennato dai loro “registri” e Ismaele ha rischiato di morire. Ma Dio ha trascritto il suo nome nel registro della vita e i figli di Ismaele sono numerosi come i granelli di sabbia del deserto! Anche noi, Umanità, possiamo mettere al centro del nostro pensiero la sorte dei figli incolpevoli e provare ogni tanto a comportarci “da Dio”!

Giuliano Vallara


Non la chiamerò “gentile”, signor Mazzoldi, perché lei non lo è. E non tanto con me (visto che prende spunto da una mia risposta a un lettore del 28 marzo scorso) ma con il Santo Padre Francesco che si permette di apostrofare in modo indecente. Altro che ipocrisia! Mi dispiace per lei e, temo, per chi le sta a tiro. Ma veniamo al dunque. È difficile dare numeri precisi sul mercato della maternità surrogata che è davvero senza regole o con regole false e statistiche friabili. Lei invece lo fa con una sicurezza e argomentazioni così veementi che sfiorano la violenza verbale. La realtà dice che secondo i dati sinora disponibili più o meno otto creature su dieci purtroppo “prodotte” con la pratica dell’utero in affitto sono figli (biologici o solo anagrafici) di coppie eterosessuali. La percentuale dei bambini “commissionati” da persone e/o coppie omosessuali composte da due uomini è in lieve crescita. Sarò diretto: penso che se c’è un modo per rendere molto brutta una triste e bellissima battaglia di civiltà come quella sulla cosiddetta “gravidanza per altri” somiglia maledettamente al suo. Le auguro che la santa Pasqua le ispiri pensieri e parole diversi. A lei, gentile lettore Vallara, che gentile invece dimostra di esserlo oltre che contrario alla Gpa, ricordo semplicemente che nell’articolo che richiama ragiona da par suo il filosofo Eugenio Mazzarella e l’«artificio» c’è, eccome. La filiazione “senza relazione” (di carne e di spirito) tra tutte le persone inevitabili nella generazione (con la cancellazione di fatto e di diritto o della madre o del padre) è la frontiera su cui ci si avventura con la maternità surrogata e con il commercio dei gameti umani. E come sanno tutti coloro che ci leggono almeno su “Avvenire” non abbiamo mai sottovalutato nessun aspetto della questione. E continueremo così. Un augurio pasquale anche a lei, e un cordiale saluto.

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