venerdì 18 febbraio 2011
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Caro direttore,sono un insegnante di 45 anni padre di tre figli. Le scrivo in merito alla triste vicenda degli scandali attribuiti a Berlusconi. Anche io come tanti sono colpito e indignato per il presunto comportamento del capo del governo, che peraltro non ho mai sostenuto. Tuttavia credo che mentre noi cattolici abbiamo un giusto motivo per scandalizzarci, molti altri dovrebbero adottare un atteggiamento più coerente. Mi spiego. La nostra religione è molto chiara nell’indicare il fondamento etico dell’uomo che sta alla base di quei valori per cui spesso siamo derisi e a volte uccisi in varie parti del mondo. Per questo sono sbalordito dell’ipocrisia di tanti avversari del cattolicesimo che ora si scandalizzano del "cattivo esempio" di un signor Berlusconi. Molta di questa gente che ora si straccia le vesti è la stessa che per anni ha alimentato uno strisciante relativismo dei valori etici del nostro Paese, giustificando comportamenti spesso peggiori di quelli oggi evocati. Almeno la presunta condotta di Berlusconi è stigmatizzata da tutti (o quasi) mentre, grazie ai signori del pensiero dominante, oggi anche non pochi cattolici riescono a giustificare aborto, unioni omosessuali, sperimentazioni embrionali, eutanasia, vendita di profilattici a ragazzini di 12 anni nelle scuole. Caro direttore, mutuando il noto passo della Genesi, troveremo «almeno 10 giusti» in questa nostra Italia?

Ernesto Baiocchi, Pesaro

Dieci giusti? Molti di più gentile signor Baiocchi, molti di più. Magari ancora oggi appaiono dispersi, strattonati e "usati" dal punto di vista politico, ma sono ben presenti e "fertili" nel tessuto vivo della nostra società. Non c’è bisogno, qui, di rifare nomi di singoli e di associazioni, di movimenti e di gruppi. Per rendersi conto di chi parlo basta sfogliare Avvenire: ciò che questi "giusti" fanno e dicono – per quanto, in genere, venga snobbato dai mass media – è infatti pienamente notizia, e sulle nostre pagine si vede. Vorrei insomma, caro lettore, provare a rincuorarla. C’è, in questa nostra Italia, gente in grado di imprimere un segno nuovo e buono nella realtà. Tantissimi tra loro sono cristiani motivati e impegnati, gente che non si arrende alla tentazione dell’insignificanza ed è capace – con la propria fede, i propri valori mai in svendita, la propria vita e la propria azione – di essere "giusta". Il problema – e credo che sia soprattutto questo che allarma anche lei – è che tanti "giusti" si tengono alla larga dalla politica e che l’attuale politica li tiene alla larga. Gli ostacoli sono seri, ma io sto con coloro che pensano che ogni ostacolo può essere superato. E soprattutto – dopo aver riflettuto sui recenti richiami di Papa Benedetto e dei nostri vescovi (l’ormai famoso «sogno diurno» del cardinal Bagnasco...) – sono più che mai convinto che l’impegno per la costruzione del bene comune anche attraverso il "servizio nella politica" richieda un rinnovato contributo dei cattolici, in particolare dei giovani.
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