martedì 10 marzo 2020
La nuova leadership della Ue ha dato massima priorità all’Africa e l’Africa sta cambiando velocemente. Un partenariato avanzato è necessario, nell'interesse reciproco
Il palazzo dell'Unione Africana ad Addis Abeba, Etiopia

Il palazzo dell'Unione Africana ad Addis Abeba, Etiopia - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Caro direttore, l’Europa guarda sempre più all’Africa, ma con occhi nuovi. La nostra ambizione è portare il partenariato al livello successivo. Vogliamo coinvolgere i giovani africani che sono determinati a costruirsi un proprio futuro, idealmente in collaborazione con altri.

L’Unione Europea vuole assicurarsi di farlo in modo congiunto: non per l’Africa ma con l’Africa. Questo è anche il nostro approccio nella proposta in vista di una nuova strategia globale con l’Africa. La nuova strategia rappresenta l’inizio di un dialogo intenso sulle nostre priorità condivise, che avrà come punto di arrivo il vertice Unione Europea-Unione Africana di ottobre. Durante il vertice dovremmo giungere ad accordi su risultati concreti per il bene quotidiano sia dei cittadini africani che di quelli europei. Il vertice dovrebbe fungere da catalizzatore.

La nuova leadership della Ue ha dato massima priorità all’Africa. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, sono andati in Africa nelle prime settimane del loro mandato. Noi siamo stati in Mauritania, Burkina Faso, Etiopia e Sudan la settimana scorsa.

Anche l’Africa nel frattempo sta cambiando, sospinta da dinamismo economico e dalla popolazione più giovane al mondo. L’integrazione regionale sta facendo progressi: con la zona continentale di libero scambio per l’Africa il continente punta a creare il più grande spazio commerciale dall’istituzione dell’Organizzazione mondiale del commercio.

Il nostro continente gemello è per molti versi il luogo del futuro: che si tratti di cambiamenti climatici, digitalismo, crescita sostenibile, economia equa e sicurezza, sarà in Africa che verranno prese le decisioni importanti a livello globale.

Purtroppo il multilateralismo perde vigore proprio quando più ne abbiamo bisogno. Le due principali tendenze che plasmano il nostro mondo: i cambiamenti climatici e la rivoluzione digitale, stanno cambiando entrambi i continenti. È per questo che l’Africa e l’Europa dovrebbero portare avanti un modello di cooperazione internazionale basato sul multilateralismo fondato su regole, sulla libertà politica, sulla solidarietà e sulla dignità umana. L’inclusività ci consentirà di sfruttare il pieno potenziale dei nostri cittadini, inclusi i giovani e le donne.

Altri attori sono sempre più attivi in Africa. Ciò che differenzia la Ue però, è che mettiamo lo sviluppo umano e la sostenibilità al centro della nostra visione: il diritto delle persone di determinare la propria vita in piena libertà e con diritti tutelati. I progressi in Africa sono reali, ma le sfide restano ancora tante: la povertà persistente, i conflitti e i diritti democratici in pericolo.

Il previsto raddoppio della popolazione africana porta con sé opportunità reali, ma impone anche di agire. Dobbiamo essere ambiziosi ma anche realistici, e concentrarci su ciò che funziona. Il fattore chiave che ci spinge a rilanciare il nostro partenariato non è la vicinanza geografica, il passato comune o i collegamenti personali.

Il vero motore di questo partenariato è il nostro futuro comune e i nostri interessi comuni. Cosa costituisce l’essenza di un partenariato Ue–Africa orientato al futuro? Questa settimana la Commissione europea propone la sua strategia.

L’ordine del giorno si basa sui cinque elementi fondamentali: 1) Transizione verde e accesso all’energia. La crisi climatica rende indispensabile un’azione ambiziosa a favore del clima. Ma la transizione verde è anche una nuova strategia di crescita. Lavoriamo insieme per creare posti di lavoro verdi nelle energie rinnovabili e nell’urbanizzazione sostenibile.

2) Trasformazione digitale. L’Africa sta già cavalcando la rivoluzione digitale. Basta guardare la trasformazione indotta dai sistemi di pagamento elettronici. Sfruttiamo al massimo questo potenziale per compiere un balzo avanti e fare dell’economia digitale il volano della crescita economica.

3) Crescita sostenibile e posti di lavoro. Il dinamismo economico in Africa è reale. Lavorando insieme possiamo liberare questo potenziale, in particolare tra i giovani e le donne. La zona continentale di libero scambio per l’Africa può rappresentare un punto di svolta.

4) Pace e governance. Mettere a tacere le armi è stato il tema dell’ultimo vertice della Ua. Ora che la Ua si fa avanti, la Ue è pronta a fare di più. Il nuovo strumento europeo per la pace ci permetterà di fare di più insieme. Per essere sostenibile la pace deve fondarsi su dinamiche politiche locali.

5) Migrazione e mobilità. È pur vero che le migrazioni stanno raggiungendo livelli senza precedenti, per lo più all’interno dell’Africa. Stando alle tendenze demografiche ed economiche, questo resterà un grosso punto all’ordine del giorno delle relazioni Europa–Africa.

Abbiamo bisogno di un approccio globale ed equilibrato, basato su partenariati e corresponsabilità. L’Africa e la Ue devono soprattutto essere partner per il multilateralismo, difendendo una visione sostenibile di come si organizzano le società e l’ordine internazionale, basata sui diritti umani e sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, e con il coinvolgimento dei giovani. Perché, per l’appunto, tali principi sono messi apertamente in discussione. Siamo pronti a muovere un grande passo in avanti nelle relazioni Europa-Africa. Entrambe le parti dovranno investire in questo senso. L’Europa dal canto suo è ambiziosa e desiderosa di discutere con i partner africani come plasmare il nostro futuro comune

Josep Borrel è l'alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione europea

Jutta Urpilainen è Commissaria europea per i Partenariati internazionali

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI