Ascoltate quei giovani impegni
sabato 21 novembre 2020

Un’alleanza tra giovani e adulti per cambiare ciò che non funziona nel tessuto economico e sociale, per ridurre le disuguaglianze, perché ogni persona possa fiorire nelle relazioni. Questo è avvenuto in collegamento da Assisi con il mondo, nei tre giorni dell’evento The Economy of Francesco. Siamo abituati ad adulti, accademici, manager e imprenditori che non lasciano parlare i giovani, e non li ascoltano. E a giovani che cercano di farsi sentire, protestano, e a volte vengono anche derisi. Non così nella tre giorni di Assisi: ogni sessione è stata organizzata insieme da giovani e adulti. Muhammad Yunus, Jeffrey Sachs, Kate Raworth, per citare alcuni degli economisti coinvolti, hanno avuto lo stesso spazio di un gruppo di adolescenti, che hanno presentato un loro articolo scientifico sul tema dello spreco dell’acqua.

I giovani, stimolati dalla fiducia ricevuta hanno dato il meglio di sé nei lavori preparatori e durante questi tre giorni. Hanno saputo fare le domande giuste, hanno presentato le loro proposte per cambiare il mondo. Hanno organizzato una maratona di condivisione che in una notte ha attraversato il mondo intero. Gli adulti, che hanno saputo mettersi in discussione, hanno potuto offrire tutta la loro esperienza e la visione che può venire da chi ha fatto un pezzo in più di strada e forse riesce a guardare più in là. I giovani hanno arricchito e dato speranza agli adulti, gli adulti hanno dato supporto, ascolto e fiducia ai giovani. L’Economia di Francesco non è il protagonismo dei giovani, è l’inaugurazione di un nuovo modo di lavorare che mette in reciprocità giovani e adulti di tutto il mondo. Per questo sarà fecondo: molti dei giovani coinvolti nel processo – lo ricordiamo, più di 2mila da 120 Paesi – hanno deciso di impegnarsi con la vita, la ricerca, il lavoro a costruire una società diversa, a stare nel sistema per arrivare a tutto un altro sistema. Il network mondiale che si è costruito in questi mesi, ed è stato provato dalla pandemia, li aiuta a sentirsi in compagnia: sanno che possono contare su altri giovani, su tanti economisti e che il loro impegno sarà moltiplicato dalla rete
Che cosa vogliono e propongono? Chiedono, tra l’altro, di attivare una rete mondiale delle tecnologie più avanzate per superare la povertà energetica; che vengano aboliti i paradisi fiscali, perché il denaro che lì finisce è sottratto al nostro presente e al nostro futuro; che le grandi imprese e le banche abbiano un comitato etico indipendente, con veto in materia di ambiente, e impatto sui più poveri; soprattutto che imprese e organizzazioni non si diano pace finché le lavoratrici non abbiamo le stesse opportunità dei lavoratori. Scrivono: «Noi giovani non tolleriamo più che si sottraggano risorse alla sanità, al nostro presente e al nostro futuro per costruire armi… Vorremmo raccontare ai nostri figli che il tempo della guerra è finito per sempre».

Come continuerà questo processo? Non è semplice dirlo. C’è desiderio di andare avanti. Per dirlo con un aneddoto, venerdì è partita una richiesta da Assisi di brevi video registrati dai giovani su come immaginavano il futuro di The Economy of Francesco: nel giro di pochi minuti il comitato organizzatore si è visto recapitare centinaia e centinaia di video fatti con cura e con tantissime proposte. Sono, dunque, sono pronti, reagiscono in fretta e si sentono parte di una comunità. Perché questo processo vada davvero a incidere e a porre le basi per dei cambiamenti, abbiamo bisogno di adulti che si lascino provocare, che accettino di essere considerati un po’ ingenui, che si sporchino le mani. Ciò che il Papa ha chiesto ai giovani: niente scorciatoie, essere lievito, sporcarsi le mani. Occorre rispondere all’invito. La rete mondiale è stata costituita, la sana radicalità delle proposte è evidente, l’entusiasmo è contagioso: se scegliamo di continuare a dare fiducia a questi giovani e a essere di supporto al loro lavoro, forse rischiamo davvero di veder cambiare il mondo.

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