mercoledì 13 dicembre 2017
Una campagna della Fondation Abbé Pierre #Soyonshumains invita i cittadini a fotografare le barriere anti-clochard e pubblicare online la prova di questa guerra non alla povertà, ma ai poveri
È guerra sui social alle barriere anti-clochard

"Invece di impedire a un senzatetto di dormire qui, offrigli un alloggio decente altrove". È la scritta che si legge sui manifesti che sono stati incollati sui muri di Parigi, Lione, Marsiglia e in altre città francesi. Li hanno appesi i volontari della Fondazione Abbé Pierre e della Comunità di Emmaus che hanno lanciato una campagna, anche sui social network, #SoyonsHumains ( in italiano "Siamo umani") per contrastare l'assurdo moltiplicarsi di dispositivi anti-clochard.

In altre parole, in Francia per impedire a chi vive (e dorme) in strada di trovare riparo in alcuni luoghi più riparati della città - da tempo - sono aumentate le barriere architettoniche di ogni genere, dalle sbarre che difendono le entrate, alle installazioni “artistiche” con pietroni scomodi, fino ai pilastri appuntiti e ai piani inclinati. E ancora, a Parigi e in altre città francesi, come anche nel métro, sono state installate delle panchine che impediscono di coricarsi, con posti separati da braccioli fissi, oppure dei sedili alti, inclinati, riservati ai viaggiatori. "La pratica si generalizza – dicono i volontari della Fondation Abbé Pierre – sotto tutte le forme". Alcuni comuni nel resto della Francia hanno adottate altre misure repressive, con lo stesso identico scopo: allontanare i senza tetto dai luoghi riparati e impedir loro di dormire in strada.


Attivarsi con tutti gli strumenti possibili per garantire la giustizia sociale è stato uno dei principi che spinse l'Abbé Pierre a fondare in Francia la prima comunità Emmaus, e al tempo stesso rappresenta il motore ispiratore della nuova campagna #SoyonsHumains della stessa Fondation Abbé Pierre, che dopo aver tappezzato Parigi di manifesti che chiedono di offrire un alloggio decente a chi non ce l'ha, ha denunciato a gran voce l'assurdità di queste forme di contrasto non tanto alla povertà, quanto a chi vive nel bisogno: "Non è ai poveri che bisogna fare la guerra, ma alla povertà".

Per chi vive in Francia - ma non solo perché ci sono già anche delle denunce che riguardano l'Italia pubblicate su Twitter attraverso l'hashtag #SoyonsHumains -, si può facilmente partecipare alla campagna fotografando le barriere anti-clochard e inviando la prova della guerra ai poveri sul sito soyonshumains.fr. Un'altra valida alternativa per denunciare è twittare direttamente sul proprio profilo, con tanto di geolocalizzazione attiva, l'immagine dei pilastri appuntiti o delle panchine che impediscono di sdraiarsi e contribuire così all'enorme denuncia virtuale che la Fondation Abbé Pierre ha messo in atto.

Il movimento Emmaus conta oggi nel mondo 430 gruppi ed è attualmente guidato dall’africano Patrick Atohoun, responsabile della comunità Emmaus di Eviè (Benin). Emmaus Italia, invece, conta attualmente 18 comunità e gruppi che accolgono ogni anno circa 400 persone in condizioni di grave disagio sociale.




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