sabato 24 febbraio 2018
Incontro nella redazione di Avvenire con alcune vittime della persecuzione contro i cristiani, dal Pakistan alla Nigeria. Il loro racconto
La figlia di Asia Bibi e la rapita da Boko Haram: Europa aiutaci

Il racconto della persecuzione contro i cristiani, dal Pakistan alla Nigeria, è entrata questa mattina nella redazione romana di Avvenire, dalla viva voce della figlia minore e del marito di Asia Bibi, la donna rinchiusa da 9 anni in prigione accusata di blasfemia, e di Rebecca Bitrus, giovane nigeriana rapita e tenuta prigioniera come schiava dai terroristi di Boko Haram.

>>> Guarda anche il video: Rebecca la cristiana rapita dai Boko Haram che ha saputo perdonare <<<

Il direttore e i giornalisti hanno avuto l'opportunità di rivolgere qualche domande
prima che la piccola delegazione fosse ricevuta dal Papa in Vaticano insieme agli accompagnatori dell'associazione Aiuto alla Chiesa che soffre.

Eisham Bibi ha detto che la madre è in isolamento, non ha nemmeno la Bibbia ma prega costantemente, mentre il marito ha spiegato che la famiglia vive spostandosi continuamente in Pakistan per paura di ritorsioni e violenze (Asia Bibi infatti è diventata il simbolo delle persecuzioni contro i cristiani e della iniquità della legge contro la blasfemia). Rebecca Bitrus ha rievocato la prigionia nelle mani dei guerriglieri, quando non c'era alternativa che assoggettarsi ai carcerieri, e poi la fuga con il figlio più grande e quello nato durante la prigionia.

Dalla famiglia Bibi e da Rebecca Bitrus la stessa richiesta accorata: che il mondo non si dimentichi delle loro sofferenze.

(Nel video di Pino Ciociola i momenti salienti del forum ad Avvenire)

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