Raid su Doha: Israele ha colpito i vertici di Hamas durante i negoziati

Secondo le prime informazioni sarebbero stati uccisi diversi leader del movimento palestinese, tra cui Khalil Al-Hayya e Khaled Meshaal. E la guerra si sposta in Qatar, nel cuore del Golfo
September 8, 2025
Raid su Doha: Israele ha colpito i vertici di Hamas durante i negoziati
Reuters | Un edificio danneggiato dopo l’attacco israeliano contro i leader di Hamas a Doha
Quando i caccia israeliani hanno sferrato l’attacco su Doha, lì dove l’intelligence aveva segnalato la presenza degli ultimi capi di Hamas ancora a piede libero fuori Gaza, la squadriglia aveva già attraversato la penisola araba. Nessuna delle monarchie del Golfo ha lanciato l’allarme, nonostante i velivoli impiegati non fossero tutti degli “stealth” invisibili ai radar. Il raid è stato sferrato il giorno dopo l’agguato dei terroristi palestinesi a Gerusalemme, chiudendo pressoché definitivamente le speranze per un’imminente svolta nel negoziato per riportare a casa gli ostaggi israeliani e aprire qualche spiraglio per la sorte dei civili nella Striscia. È stato lo stesso primo ministro israeliano a spiegare di avere dato l’ordine lunedì «dopo gli attacchi omicidi a Gerusalemme e Gaza», riferendosi alla sparatoria alla fermata del bus e all’uccisione di quattro soldati delle Idf nell’enclave palestinese. La missione è stata compiuta con la copertura degli Usa, che in Qatar hanno alcune delle più importanti basi militari in Medio Oriente. Il presidente degli Stati Uniti – informa la portavoce Karoline Leavitt – ha parlato con l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad al-Thani, «e gli ha assicurato che attacchi come quello condotto su Doha non si ripeteranno in futuro». Trump considera il Qatar «un forte alleato e amico degli Stati Uniti e si sente molto dispiaciuto per questo attacco», ha affermato Leavitt. Poche ore dopo, in un lungo post sul suo social Truth, il tycoon ha aggiunto: «La decisione di attaccare il Qatar è stata del premier idraeliano Benjamin Netanyahu e non mia». E rivolto ad Hamas ha intimato: «Liberi subito tutti gli ostaggi».
L’operazione era diretta contro i vertici di Hamas, tra cui Khalil al-Hayya, capo in esilio e principale negoziatore. Secondo fonti citate da al-Jazeera al-Hayya si è salvato mentre sarebbe stato ucciso uno dei suoi figli. Da Washington un funzionario della Casa Bianca ha dichiarato che Israele aveva informato in anticipo gli Stati Uniti. Anche Doha era stata informata poco prima che i caccia entrassero nel suo spazio aereo. Secondo fonti israeliane sono stati uccisi sei componenti del residuo politburo di Hamas. Ma il movimento fondamentalista ha smentito. Né gli uni né gli altri hanno però mostrato le prove delle opposte affermazioni. «La leadership di Hamas è sopravvissuta al raid aereo israeliano sferrato da Israele su Doha», ha dichiarato Suhail al-Hindi, membro dell’ufficio politico di Hamas, sostenendo che i leader del gruppo «stanno bene». Da Tel Aviv fanno sapere che bisogna attendere la «verifica finale» dell’operazione denominata “Giorno del giudizio”, come di consueto mutuando riferimenti biblici.
Le colonne di fumo sopra i palazzi di Doha dopo il raid israeliano - Reuters
Le colonne di fumo sopra i palazzi di Doha dopo il raid israeliano - Reuters
Il Qatar, che ha agito da mediatore insieme all’Egitto nei colloqui per un cessate il fuoco nella guerra a Gaza, ha condannato l’attacco definendolo «vile» e una «flagrante» violazione del diritto internazionale. Due fonti di Hamas hanno riferito all’agenzia Reuters che i negoziatori sono sopravvissuti all’attacco. Nelle stesse ore l’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione di Gaza City, spingendo i civili a trasferirsi verso sud, dove già si trova oltre un milione di profughi. Colonne di un denso fumo nero per ore si sono levate da una stazione di servizio a ridosso del complesso residenziale di Doha che dall’inizio della guerra a Gaza era sorvegliato dalla Guardia Reale del Qatar. Un’ora dopo l’attacco, le strade intorno all’area delle esplosioni erano affollate di ambulanze.
«La guerra a Gaza può finire immediatamente», ha ripetuto Netanyahu rivolgendosi alla popolazione di Gaza. «Israele – ha aggiunto – ha accettato i principi stabiliti dal presidente Trump per porre fine alla guerra, che includono: il rilascio immediato di tutti i nostri ostaggi e gli altri principi che Israele ha posto come condizioni». Prima ancora che la politica internazionale reagisse, sono stati i parenti degli ostaggi israeliani a scambiarsi messaggi di disperazione. Specie dopo aver sentito Gershon Baskin, uno degli artefici dell’accordo che portò alla liberazione da Gaza del soldato Gilad Shalit, tenuto in prigionia per cinque anni dal 2006 al 2011. Coinvolto nei negoziati indiretti con Hamas, Baskin sostiene che l’attacco di ieri «è una condanna a morte per gli ostaggi», e che l’operazione «con alta probabilità ha interrotto i negoziati avanzati per un accordo», mentre Hamas stava discutendo al suo interno l’ultima proposta americana.
Papa Leone XIV, che la settimana scorsa aveva incontrato il presidente Israeliano Herzog a cui aveva espresso forti preoccupazioni per le operazioni militari e i piani di Israele su Gaza e Cisgiordania, ha reagito alle notizie da Doha parlando a braccio: «C’è una notizia davvero grave in questo momento: l’attacco di Israele contro alcuni leader di Hamas in Qatar». I timori per una escalation fuori controllo è reale: «Non sappiamo dove vanno le cose – ha detto il Pontefice –. Dobbiamo pregare tanto e continuare a lavorare e insistere sulla pace». Poco prima il segretario generale dell’Onu Guterres aveva condannato l’attacco.
Negli ultimi due anni Israele ha ucciso diversi leader di Hamas in Libano, Siria, Iran e Yemen. Secondo le fonti governative israeliane ieri pomeriggio «alla luce di un’opportunità operativa e in consultazione con tutti i capi delle forze di sicurezza, e con il loro pieno sostegno», è stata ordinata l’operazione. «Il primo ministro e il ministro della Difesa – informa una nota del governo di Tel Aviv – hanno ritenuto che l’azione fosse pienamente giustificata». Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno normalizzato le relazioni con Israele nell’ambito degli Accordi di Abramo del 2020, hanno definito il blitz «sfacciato e codardo». L’Arabia Saudita ha parlato di «brutale aggressione israeliana» contro la sovranità del Qatar. E l’Egitto ha affermato che il raid ha creato un precedente pericoloso.

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