Prove di pace alla Casa Bianca: Zelensky e i leader Ue da Trump
Atteso in serata il faccia a faccia tra il tycoon e il presidente ucraino. A seguire, un vertice allargato all'Europa. Si spera di portare Kiev e Mosca al tavolo già venerdì

Sarà un'altra giornata storica, quella di oggi, per la pace in Ucraina. Dopo il vertice di Anchorage, in Alaska, tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il numero uno del Cremlino, Vladimir Putin, i negoziati tornano a Washington. È alla Casa Bianca che il tycoon riceverà in serata, alle 19 (italiane), il presidente ucraino Volodymir Zelensky e, due ore più tardi, i leader europei della cordata dei Volenterosi, tra cui la premier Giorgia Meloni.
“Il presidente Zelenskyy dell’Ucraina può porre fine alla guerra con la Russia quasi immediatamente, se lo desidera, oppure può continuare a combattere”, ha dichiarato Trump con un post su Truth. Aggiungendo: “Niente ritorno all’epoca di Obama con la Crimea ceduta (12 anni fa, senza che fosse sparato un colpo!) e niente ingresso dell’Ucraina nella Nato”. Parole indicative della pressione che verrà esercitata su Zelensky affinché ceda alla Russia, come chiesto da Putin durante il vertice in Alaska, una parte del proprio territorio. La tensione è alta. Sul ritorno del presidente ucraino nello Studio Ovale pesa il ricordo dell’umiliazione da questi subita a febbraio durante il primo faccia a faccia.
Tra i nodi chiave che Trump dovrà affrontare con Zelensky e i leader europei c’è lo status post-bellico di Kiev: fuori dalla Nato ma sotto la protezione degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. L’inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, ha fatto sapere alla Cnn che il Cremlino ha accettato questo assetto, proposto tra i primi proprio dall’Italia, che sarebbe equivalente all’articolo 5 del patto di difesa collettiva dell’alleanza atlantica.
Secondo alcune fonti, The Donald è determinato a portare il leader ucraino e i Volenterosi a un'intesa definitiva per arrivare a organizzare un vertice trilaterale, con Usa, Russia e Ucraina a un unico tavolo, già venerdì.

Mentre la politica internazionale cerca una via d’uscita al conflitto, Mosca e Kiev continuano a parlarsi con le armi. Nella notte, le forze russe hanno attaccato l'Ucraina con quattro missili balistici Iskander-M e 140 droni di vario tipo inclusi i kamikaze Shahed. Una parte di questi sono stati neutralizzati e abbattuti. Nel mirino dell’armata russa sono finite 25 località tra cui Donetsk, Sumy, Dnipropetrovsk, Odessa e Kiev. Il sindaco di Kharkiv, Ihor Terekhov, ha confermato nella sua città la morte di sette persone, tra cui una bimba di 18 mesi. Un’alta persona ha perso la vita a Zaporizhzhia mentre sei sono rimaste ferite, tra cui, ancora, due bambini. Secondo l’Unicef nel solo mese di luglio almeno 10 minori sono stati uccisi e 61 feriti. “La Russia continua a uccidere in modo deliberato i civili”, ha tuonato Andriy Yermak, capo dell'ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. "Questo è esattamente il motivo per cui Putin non vuole un cessate il fuoco – ha aggiunto - Gli piace bombardare città pacifiche mentre parla di un presunto desiderio di porre fine alla guerra. Finora, non vediamo una simile volontà".
Sul fronte russo, intanto, è salito a 20 morti e 134 feriti, secondo Interfax, il bilancio delle vittime di un incendio scoppiato tre giorni fa in una fabbrica a Lesnoy, nella regione russa di Ryazan. Il servizio di intelligence russo Fsb ha reso noto di aver sventato un "attacco terroristico" sul Ponte di Crimea che era "in preparazione da parte dei servizi segreti ucraini". Stando a una nota diffusa dall'Fsb e rilanciata dall'agenzia di stampa Tass, "è stato accertato che l'auto con un ordigno esplosivo artigianale ad alta potenza è arrivata in Russia dall'Ucraina, transitando attraverso diversi Paesi".
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