venerdì 17 giugno 2022
La decisione della Organizzazione mondiale del commercio, dopo mesi di veti incrociati, consentirà di produrre il siero contro il coronavirus in Paesi poveri. Ma per le Ong non è così: è una vergogna
Vaccinazioni ad Abidjan in Costa d'Avorio

Vaccinazioni ad Abidjan in Costa d'Avorio - Ansa

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Alla fine, a ormai quasi due anni dall’inizio della pandemia, anche l’Organizzazone mondiale del commercio (Wto) ha ceduto: verranno sospesi, temporaneamente, i brevetti sui vaccini contro il Covid-19. È stato raggiunto alla un accordo anche su su pesca e sicurezza alimentare, anche se quella che può essere giudicata «storica» è la revoca temporanea dei divieti di riproduzione sul siero contro il coronavirus.

L'Organizzazione mondiale del commercio ha concluso accordi sulla lotta all'insicurezza alimentare, sulla riduzione dei sussidi alla pesca e sulla revoca temporanea dei brevetti sui vaccini Covid-19 dopo giorni di colloqui 24 ore su 24. La direttrice generale generale della Wto Ngozi Okonjo-Iweala ha affermato che la conferenza dei ministri del Commercio ha raggiunto un «pacchetto di risultati senza precedenti». «Non è da molto che l’Organizzazione ha visto un numero così significativo di risultati multilaterali», ha affermato. «Il pacchetto di accordi farà la differenza nella vita delle persone in tutto il mondo. I risultati dimostrano che la Wto è effettivamente in grado di rispondere alle emergenze del nostro tempo».

I colloqui sono iniziati domenica e avrebbero dovuto concludersi mercoledì, ma invece sono proseguiti per due notti fino a venerdì. I negoziati per vietare le sovvenzioni che incoraggiano la pesca eccessiva e minacciano la sostenibilità degli stock ittici del pianeta sono in corso alla Wto oltre due decenni. I particolari sull’intesa per i vaccini saranno resi noti, compresi i tempi che trascorreranno tra la decisione e l’effettiva liberalizzazione.

La richiesta era stata avanzata da molti Stati (soprattutto del Sud del mondo) e da India e Brasile (che già in passato, soprattutto nella lotta all’Aids hanno ottenuto esenzioni). Sulla linea difensiva dei copyright c’erano invece i grandi Paesi, soprattutto quelli dell’Unione europea, dove buona parte dei brevetti sui vaccini sono depositati. Quattro mesi fa una prima svolta, poi non seguita dai fatti, era venuta dal presidente Statunitense Joe Biden che si era detto per la prima volta favorevole alla sospensione dei brevetti. Da allora il confronto si era però arenato, lasciando solo alle “donazioni” il compito di rifornire (inadeguatamente) molti Paesi poveri, soprattutto nel Continente africano e nell’Asia.

Particolarmente attesa, naturalmente, era la decisione dei ministri sulla risposta alle pandemia, con deroghe alle regole del commercio e di proprietà intellettuale, per favorire l'accesso ai vaccini ed altri prodotti medici: «La dichiarazione che avete adottato consentirà un accesso ai prodotti medici ed i loro componenti più prevedibile, durante questa pandemia e quelle future», ha detto ancora enfaticamente la direttrice Okonjo-Iweala.

Meno soddisfatta, l'Organizzazione non governativa Medici senza frontiere (Msf), che, pur riconoscendo alcune modifiche al testo rispetto a versioni più restrittive, si è detta nel complesso «delusa» dal fatto che non sia stato possibile raggiungere «una vera rinuncia alla proprietà intellettuale, che copra l'insieme degli strumenti medici e tutti i Paesi».

«Questo accordo – aggiunge Christos Christou, presidente internazionale di Msf – non offre una soluzione efficace e significativa per favorire l'accesso delle persone agli strumenti medici necessari durante la pandemia, perché non sospende adeguatamente i diritti di proprietà intellettuale su tutti gli strumenti medici essenziali per la lotta al Covid-19 e non si applica a tutti i Paesi». Le misure – conclude – definite nell'accordo «non affrontano minimamente il problema dei monopoli farmaceutici, non garantiscono un accesso sostenibile a strumenti medici salvavita e costituiranno un precedente negativo per future pandemie e crisi sanitarie globali».

Un giudizio negativo arriva anche da Oxfam ed Emergency. Le due Ong in un comunicato congiunto scrivono: “Non siamo di fronte alla sospensione delle regole sulla proprietà intellettuale di cui il mondo ha un disperato bisogno per garantire l'accesso a vaccini e cure per tutti, ovunque. L'Ue, il Regno Unito, gli Stati Uniti e la Svizzera hanno bloccato quel testo, raggiungendo un compromesso che in gran parte ribadisce i diritti già esistenti dei paesi in via di sviluppo di derogare i brevetti in determinate circostanze. L'accordo raggiunto inoltre si applica solo a vaccini e non alle terapie e alla diagnostica, strumenti chiave per la lotta al virus, riguarda solo i brevetti e non altri diritti della proprietà intellettuale, che costituiscono un ostacolo alla produzione. Infine riguarderà solo i paesi che non hanno già sviluppato capacità produttiva. Dobbiamo dirlo chiaramente: è un accordo fatto per salvare la faccia, non vite umane".

Durissima anche la reazione del Comitato italiano della Campagna europea Right2cure No Profit on Pandemic: "​​Gli interessi multimiliardari di Big Pharma e dei paesi ricchi dell'Occidente hanno vinto sul diritto alla salute di due terzi dell'umanità: nessuna sospensione dei brevetti dei vaccini è stata decisan nella riunione interministeriale del WTO di Ginevra".

“Siamo di fronte a qualcosa di inverosimile – sostiene il Comitato – perché mentre nel comunicato stampa ufficiale il WTO annuncia con grande enfasi l'accordo sulla sospensione dei brevetti dei vaccini, di questo non c'è nessun cenno nei documenti finali, che si limitano solo ad illustrare alcune facilitazioni per i paesi in via di sviluppo nell'uso delle licenze obbligatorie, già peraltro previste dagli accordi Trips, ma che nulla hanno a che vedere con la richiesta di sospensione temporanea dei brevetti, che resta l'unico strumento in grado di tutelare il diritto alla salute in ogni angolo del mondo. Il testo approvato introduce alcuni miglioramenti, ma certo non può risolvere la necessità di assicurare a tutti i paesi del sud del mondo i quantitativi necessari di vaccini e kit farmaceutici anti Covid”.

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