venerdì 19 maggio 2017
Il leader uscente è stato confermato con 23 milioni e 540mila voti (57%), superando il conservatore Ebrahim Raisi, che ne ha conquistati 15 milioni e 780mila (38,5%). Khamenei: «Ha vinto il popolo»
Il presidente iraniano Hassan Rohani  ha 68 anni: resterà in carica per altri quattro (Ansa)

Il presidente iraniano Hassan Rohani ha 68 anni: resterà in carica per altri quattro (Ansa)

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L'affluenza record con le code ai seggi anche dopo le due ore di proroga della chiusura, venerdì sera, erano già un segnale molto forte. Doveva essere un plebiscito fra le aperture all’Occidente avviate da Hassan Rohani, a partire dall’accordo sul programma nucleare, e l’apparato conservatore fedele alla guida suprema Khamenei. E così alla fine è stato. Subito i primi risultati parziali davano un solo vincitore: Rohani con l’affluenza record, oltre il 70%. Nessun dubbio sul risultato, tanto che persino la tv di Stato si congratula per la riconferma. Di buon mattino l’annuncio ufficiale del ministero dell’Interno: Rohani ha vinto. Nel primo pomeriggio i dati ufficiali che limano al ribasso quello che è comunque un plebiscito: al presidente uscente sono andate 23.549.616 preferenze, il 57%, su un totale di 41.220.131 voti validi. Il suo avversario diretto, Ebrahim Raisi, ha ottenuto 15.786.449 preferenze, pari al 38,5% dei voti. All’altro candidato conservatore, Mostafa Mirsalim, sono andate invece 478.215 preferenze, mentre all’altro candidato riformista, Mostafa Hashemi Taba, che aveva chiesto ai suoi sostenitori di votare Rohani, sono andati 215.450 voti.

Il primo tweet del vincitore è nel segno del trionfo: «La grande nazione iraniana, tu sei la vera vincitrice delle elezioni. Io mi inchino umilmente davanti a te. Sarò leale alle promesse che ti ho fatto». Poi le prime battute in televisione: gli iraniani «hanno detto no a coloro che volevano riportare il Paese indietro», ha aggiunto Rohani, precisando che l’Iran «è disponibile a rafforzare i legami internazionali in tutti i campi». Poi, mossa inusuale, un ringraziamento all’ex presidente riformista Mohammad Khatami e un ricordo per Akbar Hashemi Rafsanjani, morto a gennaio. Poco prima l’intervento della Guida suprema Khamenei: i vincitori siete «voi, il popolo e il sistema della Repubblica islamica». Un elogio del processo elettorale che «nonostante le cospirazioni dei nemici ha conquistato la fiducia di questo grande popolo», ma il nuovo presidente non viene nemmeno. Una freddezza che non cela l’evidente imbarazzo. Dall’estero le congratulazioni di Putin che ha auspicato di poter lavorare ancora con Teheran per «mantenere la sicurezza e la stabilità in Medio Oriente e nel mondo nel suo complesso» e quelle di Assad. Con un tweet l’alto rappresentante Ue, Federica Mogherini, si è detta pronta a lavorare per la piena applicazione dell’accordo sul nucleare.

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