venerdì 7 ottobre 2022
Cécile Kohler, sindacalista fermata 5 mesi fa con il suo compagno: «Sono un’agente di intelligence» che voleva «fare pressione al governo di Teheran». La Francia: «Sono ostaggi di Stato»
Anche in Libano si chiede libertà per le donne iraniane

Anche in Libano si chiede libertà per le donne iraniane - Reuters

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La televisione di Stato iraniana ha mostrato le presunte «confessioni» di spionaggio di due francesi arrestati e detenuti nel Paese da cinque mesi. Si tratta di Cécile Kohler, una funzionaria del sindacato francese degli insegnanti, e del suo compagno, Jacques Paris, fermati il 7 maggio e accusati di voler fomentare agitazioni sindacali nella Repubblica islamica. Nel video, Kohler indossa il velo e si esprime in francese definendosi una «agente di intelligence operativa del servizio di sicurezza estero francese» (Dgse, l’intelligence di Parigi, ndr), mentre Paris sostiene che «il nostro obiettivo nel servizio di sicurezza estero francese è mettere pressione sul governo dell’Iran».

«Cécile Kohler e Jacques Paris sono arbitrariamente detenuti in Iran dal maggio 2022 e come tali sono ostaggi di Stato», ha replicato il ministero degli Esteri francese in una nota durissima, condannando «la messinscena vergognosa, rivoltante, inaccettabile e contraria al diritto internazionale». «Questa pagliacciata – si legge ancora nella nota diffusa dalla portavoce del Quai d’Orsay, Anne-Claire Legendre – rivela il disprezzo per la dignità umana che caratterizza le autorità iraniane».

«Queste presunte confessioni, estorte sotto costrizione, sono senza valore come le ragioni date per la loro detenzione arbitraria», ha concluso il Quai d’Orsay, assicurando che «tali manipolazioni e pratiche degne dei processi farsa dei peggiori regimi dittatoriali non distoglieranno l’attenzione internazionale dalle legittime aspirazioni del popolo iraniano». Parigi chiede pertanto «l’immediato rilascio» dei due cittadini francesi. Già a maggio, Parigi aveva chiesto il rilascio di Kohler e Paris condannando «questi arresti infondati».

Il video ricorda diversi altri diffusi da Teheran con protagonisti dei cittadini stranieri detenuti. Oltre a Kohler e Paris, ci sono almeno altri due francesi nelle carceri iraniane: l’antropologa franco-iraniana Fariba Adelkhah, detenuta dal 2019 e condannata a 5 anni di prigione, e il turista Benjamin Brière, arrestato nel 2020 per avere scattato foto «in zone vietate» poi condannato a 8 anni e 8 mesi di carcere per «propaganda» e «messa in pericolo» del regime.

Altri nove cittadini europei – tra cui l’italiana Alessia Piperno – sarebbero detenuti in Iran sotto falsi capi d’accusa e mai sottoposti a processi giudiziari degno di questo nome. Un rapporto pubblicato due anni fa indica che le autorità iraniane nel decennio precedente hanno mandato in onda almeno 355 confessioni forzate. Sembra evidente che la diffusione del video voglia essere una sorta di ritorsione per l’atteggiamento forte di Parigi a sostegno delle proteste in corso da quasi tre settimane, innescate dalla morte di Mahsa Amini.

Le manifestazioni sono proseguite ieri in diverse città iraniane, represse dalle forze di sicurezza. L’ultimo bilancio parla di oltre 150 morti e un migliaio di arresti. La situazione resta tesa anche a Zahedan, nella provincia sud orientale del Sistan-Balutchistan, dove almeno 82 persone hanno perso la vita dal 30 settembre. Ieri Amnesty International ha puntato il dito contro la violenta repressione delle manifestazioni nella città, scoppiate in seguito allo stupro di una ragazza di 15 anni.

«Le forze della sicurezza iraniana – denuncia l’Ong – hanno ucciso illegalmente almeno 66 persone tra cui bambini e feriti e ne hanno ferite altre centinaia dopo aver aperto il fuoco sui manifestanti, semplici passanti e fedeli». «Altri sedici – ha aggiunto Amnesty – sono stati uccisi in incidenti separati sempre a Zahedan nella continua repressione di queste manifestazioni».

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