
Il segretario alla Difesa Pete Hegseth - Ansa
L'entourage di Donald Trump nega, ma sono tanti gli elementi a far ritenere che i media statunitensi l'abbiano vista giusta: la ricerca per individuare un nuovo capo del Pentagono è iniziata, dopo l'ennesimo scandalo che ha coinvolto Pete Hegseth. Lo ha riferito un funzionario della Casa Bianca all'emittente radiofonica pubblica Npr, nonostante ufficialmente Donald Trump abbia ribadito la fiducia verso l'attuale segretario alla Difesa. Una fake news totale, basata su una fonte anonima che chiaramente non ha idea di cosa stia parlando", ha replicato su X la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.
Di fatto, però, ieri il numero uno del Pentagono era stato travolto da un nuovo scandalo legato all'uso improprio delle chat. Il Segretario alla Difesa Hegseth, avrebbe condiviso i dettagli dell’operazione Rough Rider contro gli Houthi, in Yemen, all’interno di una conversazione sulla app Signal che includeva la moglie Jennifer, il fratello Phil e l’avvocato personale Tim Parlatore. Il ministro, così raccontano diverse fonti di stampa, avrebbe postato nella chat privata dettagli top secret, fondamentali per la sicurezza nazionale, come i calendari dei bombardamenti aerei.
L’intervento militare in questione è lo stesso che, il mese scorso, finì al centro di un altro polverone. Allora, lo ricordiamo, il giornalista Jeffrey Goldberg, direttore della rivista The Atlantic, rivelò di essere stato incluso per errore in una chat, sempre su Signal, creata da Mike Waltz, consigliere per la Sicurezza della Casa Bianca, per aggiornare le più alte cariche del governo di Donald Trump sull’andamento degli attacchi disposti contro i ribelli filo-iraniani nel Mar Rosso.
Il nuovo capitolo del “chat gate” arriva in un momento particolarmente delicato per Hegseth alle prese con un’indagine interna per fughe di notizie (sui piani militari nel Canale di Panama, sullo spostamento di una portaerei nel Mar Rosso e sulla sospensione delle attività di intelligence in Ucraina) che ha portato al licenziamento di tre alti funzionari, Dan Caldwell, Darin Selnick e Colin Carroll, convinti di essere stati allontanati sulla base di accuse «fondate sul nulla».
L’idea dei democratici è che le informazioni riservate siano fuoriuscite dal Pentagono non per colpa dei consulenti infedeli ma per effetto della trascuratezza del ministro verso i protocolli di sicurezza. Il titolare della Difesa si sarebbe, tra l’altro, fatto accompagnare dalla moglie Jennifer, ex produttrice di Fox News senza alcun ruolo al forte di Arlington, a riunioni di alto profilo con rappresentanti militari di Stati stranieri.
Hegseth si difende dicendo che in quella chat «non sono state condivise informazioni classificate». A suo dire, inoltre, quella conversazione era puramente amministrativa. Allargata al fratello e all’avvocato, entrambi consulenti del Pentagono (la moglie non lo è), per motivi organizzativi. Si allarga, però, il fronte di chi ne chiede la testa. «Hegseth continua a mettere le nostre vite in pericolo, deve essere licenziato», ha tuonato il leader dell’opposizione al Senato, Chuck Schumer.
Il presidente Donald Trump non ha alcuna intenzione di rimuovere il numero uno del Pentagono, anzi. «Lo sostengo fortemente – ha sottolineato – sta facendo un grande lavoro». A suo dire, quelle contro il ministro sono solo «fake news» messe in giro da «impiegati insoddisfatti». Anche Waltz, del resto, è ancora al suo posto.
Oggi il capo del Pentagono è intanto tornato a difendersi. "Quello che è stato condiviso su Signal, allora e ora, in qualsiasi modo lo si voglia definire, erano coordinate informali, non classificate per i media. E questo l'ho detto sin dall'inizio". Così Pete Hegseth ha respinto le accuse in un'intervista a Fox News. "Tutto quello che facciamo è in regola, lavoriamo per i nostri guerrieri, per il presidente e nulla di questo è basato sulla realtà", ha aggiunto il capo del Pentagono che ha liquidato così le nuove rivelazioni, senza però negare di aver condiviso le informazioni sulla chat di famiglia. Invece ha accusato ex dipendenti del Pentagono di aver passato la notizia ai media nel "tentativo di sabotare l'agende del presidente e quello che stiamo facendo" ed ha dichiarato che è in corso un'inchiesta per consegnare alla giustizia i responsabili.