mercoledì 1 novembre 2017
Lo rivela l'ennesimo jihadista "pentito", ma non ci sono prove sull'uccisione del gesuita subito dopo la cattura tra il 28 e 29 luglio 2013
Il gestuita Paolo Dall'Oglio è scomparso a Raqqa, in Siria, tra il 28 e 29 luglio 2013 (Ansa)

Il gestuita Paolo Dall'Oglio è scomparso a Raqqa, in Siria, tra il 28 e 29 luglio 2013 (Ansa)

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Daesh «ha ucciso padre Paolo Dall’Oglio pochi giorni dopo il suo sequestro». È quanto sosteniene un jihadista marocchino catturato dalle forze democratiche siriane (Fds, a maggioranza curda) in una lunga intervista al giornale panarabo al-Sharq al-Awsat. Si tratta dell’ennesima versione sulla sorte del gesuita scomparso a Raqqa nella notte tra il 28 e 29 luglio del 2013, ma la prima dopo la liberazione della “capitale” del Daesh in Siria. Ancora una volta, però, non ci sono prove concrete.

«Nell’estate del 2014 – racconta il jihadista Issam A. –, dopo un anno dall’incidente, attraverso mediatori turchi ci ha contattato un’associazione legata al Vaticano e ci ha chiesto un incontro sul confine tra Siria e Turchia per conoscere la sorte di padre Paolo Dall’Oglio e di un giornalista italiano scomparso in quel periodo. Ho chiamato il nostro comandante generale Abu Mohammad al-Iraqi (iracheno), il quale mi ha ordinato di non parlare del religioso e di rifiutare l’incontro. Poi alcuni capi dell’organizzazione mi hanno riferito che a uccidere il prete cristiano è stato Abu Luqman al-Raqqawi», un responsabile della sicurezza originario di Raqqa che aveva, a quanto si desume dall’intervista, anche «l’incarico di gestire accordi di scambio e riscatti in danaro ».

Il marocchino tuttavia spiega che il capo dell’Ufficio prigionieri, Abu Muslim al-Tawhidi, di nazionalità giordana «è colui che sa chi è stato ucciso, perché tutti i dossier erano nelle sue mani». Padre Dall`Oglio si era recato a Raqqa per svolgere «un difficile compito di mediazione».

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