sabato 16 maggio 2020
In una lettera, anticipata dai media Usa, il presidente Usa annuncia all'Organizzazione della Sanità che continuerà a versare, riducendo però il contribuito di 400 milioni l'anno al livello della Cina
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump nel giardino della Casa Bianca

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump nel giardino della Casa Bianca - Ansa

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Il presidente americano Donald Trump non sembra molto coerente nel suo atteggiamento per il contrasti della pandemia: prima si era dichiarato felice perché il virus non avrebbe superato le sessantamila vittime negli Usa, poi addossato ogni colpa alla Cina. Poi alzato la soglia della quantificazione del "successo" nel contrasto al coronavirus a centomila morti (che saranno raggiunti purtroppo entro giugno perché attualmente gli Usa sono a quota 87mila vittime). Ultimamente ha tentato anche di percorrere un'altra strada, quella del vaccino pronto entro un anno e gratuito, fingendo di dimenticare che anche il suo principale consigliere scientifico, il virologo Anthony Fauci, ha spiegato al mondo che l'attesa di due anni per l'“antivirus” è più che probabile. Il tutto davanti a una media di ancora 1.500 morti al giorno, la riapertura praticamente delle attività dell'intero Paese (tranne New York City che allunga il lockdown decretato dal democratico Cuomo al 13 giugno). E con una crisi economica con numeri che fanno impallidire la Grande Depressione. Uno su tutti: oltre 33 milioni di nuovi disoccupati.

Un altro nemico sul quale scaricare la «colpa della sua inettitudine», come l'ha definita il suo predecessore Barack Obama, è diventato l'organismo Onu in prima linea contro il Covid-19: l'Organizzazione mondiale della Sanità. Con squilli di tromba aveva annunciato, l'uomo della Casa Bianca, che gli Stati Uniti avrebbero tagliato tutti i fondi per l'inefficienza dell'organismo e perché succube politicamente della Cina. L'altro giorno, poi, ha lui stesso annunciato una conferenza stampa sull'Oms, che si sarebbe tenuta pochi minuti più tardi, per poi non affacciarsi al podio del consueto briefing con i reporter. E solo ora si è capito il perché: per l'ennesima volta in quattro anni di Casa Bianca ha fatto dietrofront. Ai proclami ha fatto seguire il silenzio, ai mugugni della stampa il "no comment" per arrivare poi, praticamente, all'inversione a “u”. Il presidente americano sarebbe infatti pronto a riprendere l'erogazione di fondi all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), sospesi dopo l'accusa di atteggiamento troppo filo-cinese.

Anche se in misura minore rispetto a prima. Lo ha riferito la “FoxNews” (nota per essere la rete meno insultata dal repubblicano, precisando che secondo una bozza di lettera indirizzata al direttore generale dell'organizzazione Tedros Adhanom Ghebreyesus, ottenuta dal programma “Tucker Carlson Tonight”, l'Amministrazione americana «accetterà di pagare fino a quanto versato dalla Cina in contributi». Finora gli Usa erano i più grandi donatori dell'Oms, con 400 milioni all'anno, ma se decidessero di allinearsi con i fondi dati dalla Cina, il finanziamento verrebbe ridotto a un decimo, ha sottolineato l'emittente. «Nonostante i difetti, credo che l'Oms abbia ancora un enorme potenziale e voglio vederla all'altezza di questo potenziale, in particolare in ora durante questa crisi globale», si legge nella bozza della missiva, sembra scritta a nome di Trump. «Ecco perché ho deciso che gli Stati Uniti continueranno a collaborare e lavorare con l'Organizzazione mondiale della sanità», si aggiunge, sottolineando che «la Cina ha un debito enorme con tutto il mondo e può iniziare pagando la sua giusta quota all'Oms». «Se la Cina aumenta i suoi finanziamenti, prenderemo in considerazione di corrispondere tali aumenti», conclude la lettera.

Indiscrezione, chiaramente filtrata dalla Casa Bianca, perché sempre oggi su Twitter il presidente l'hai in buona parte confermata. «Questa è una delle diverse idee che si stanno considerando, di pagare un 10% di quello che abbiamo pagato per molti anni in modo da equiparare i versamenti molto più bassi della Cina», ha scritto, facendo riferimento al fatto, da lui più volte denunciato, che Pechino versa molti meno fondi di Washington all'Oms. “La decisione finale non è ancora stata presa - ha poi avvisato - tutti i fondi sono congelati».

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