venerdì 15 settembre 2023
Il telegramma del Papa. E Mattarella: Italia vicina al popolo libico e disponibile a prestare aiuto. Nelle città orientale fosse comuni per seppellire i corpi
L'area della diga coperta dall'acqua

L'area della diga coperta dall'acqua - reuters

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Aggiornamento del 15 settembre: il numero dei morti accertato è salito a 11.300.

Negli ultimi due giorni la tempesta Daniel ha sferzato la Libia orientale. Nessuno, però, si attendeva che i venti e le piogge travolgessero letteralmente la Cirenaica. L’epicentro del disastro è Derna, centro di centomila abitanti affacciato sul Mediterraneo, ora annegato da tre metri d’acqua. La furia di Daniel ha fatto crollare le dighe costruite lungo il fiume Wadi che scende dalle vicine montagne fino alla città. Su quest’ultima si sono riversati di colpo 33 milioni di metri cubi d’acqua che hanno causato un’inedita inondazione e sommerso strade e palazzi. Interi quartieri sono scomparsi. Perfino le rovine dell’antica Cirene sarebbero “annegate”. Impossibile, tuttavia, operare un bilancio esatto del disastro, data la difficoltà di accesso all’area contesa tra due amministrazioni rivali e ostaggio di svariate milizie armate.

L'inondazione in Libia

L'inondazione in Libia - Reuters

La Mezzaluna rossa si è tenuta cauta e ha parlato di centinaia di morti. Ma secondo un portavoce del ministero degli Interni del governo della Cirenaica, il bilancio delle vittime a Derna ha superato i 6mila morti, e ci sarebbero 10mila dispersi. La mancanza di risorse ha costretto le squadre di soccorso e i cittadini a estrarre centinaia di vittime dal fango e dalle macerie a mani nude e a seppellirli in fosse comuni nel cimitero di Martouba, alle porte della città.

Il Papa in un telegramma a firma del segretario di Stato Parolin ha espresso "profonda tristezza" per l'immane perdita di vite umane e assicura le sue preghiere a quanti sono stati colpiti. Anche il presidente Mattarella ha inviato un messaggio al presidente del Consiglio presidenziale dello Stato di Libia, Mohamed Younis Al-Menfi, dando la disponibilità dell'Italia"a contribuire ai soccorsi".

L'inondazione in Libia

L'inondazione in Libia - Reuters

E Derna è solo una delle tante zone colpite: si va da Bengasi a Sousse, da al-Mary ad al-Bayda. Il totale dei soli disersi, per il portavoce dell’Esercito nazionale libico, Ahmed al-Mismari, sfiorerebbe quota seimila. Nel mentre, i quattro porti petroliferi principali – Ras Lanuf, Zuetina, Brega e es-Sidra – sono stati chiusi per evitare danni. L’esecutivo di Hamad, sostenuto dall’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar, non è riconosciuto a livello internazionale. E questo complica le operazioni di soccorso. Il Comune, per bocca del consigliere Ahmed Amdur, ha chiesto un intervento internazionale «urgente» per «salvarci», nonché l’apertura di un corridoio marittimo per assistere i residenti.

Nel frattempo, il “Parlamento dell’Est” ha dichiarato due giorni festivi, tranne nei settori chiave. Il governo “rivale” di Abdulhamid al-Dbeibah, con base a Tripoli, ha risposto con la proclamazione di tre giorni di lutto e la promessa di risarcire tutte le persone colpite dalle inondazioni. Tripoli ha annunciato anche l’invio a Derna di 50 ambulanze e 75 medici e di un convoglio per rafforzare le cliniche rurali. Il capo della General service company di Tripoli, Mohamed Ismail, ha spedito decine di scavatori per aiutare le operazioni di soccorso.

L'inondazione in Libia

L'inondazione in Libia - Reuters

Muoversi sul terreno e arrivare a destinazione, tuttavia, non si profila facile. Dbeibah ha, a proprio vantaggio, il riconoscimento della Banca centrale libica, da cui provengono i fondi per le amministrazioni locali. L’Onu ha assicurato il proprio sostegno alla Cirenaica in ginocchio attraverso la missione locale Unsmil. Mentre i primi a mobilitarsi dall’estero sono stati Tunisia, Egitto, Algeria e Qatar. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha detto di essere in stretto contatto con le autorità libiche «per valutare il tipo di aiuti da inviare subito» e ha sottolineato che non risultano italiani coinvolti. Secondo gli esperti, la tempesta Daniel è un «fenomeno estremo per la quantità di acqua caduta». Un tipo di eventi sempre più frequenti a causa del riscaldamento globale. Nei giorni scorsi, si era abbattuta su Grecia, Turchia e Bulgaria dove aveva ucciso in totale 27 persone. Domenica ha raggiunto la Cirenaica con venti da 180 chilometri all’ora e precipitazioni tra i 50 e i 250 millimetri cubi. Qualcosa di mai visto. Almeno fino ad ora.

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