lunedì 8 agosto 2022
Regge la tregua tra Israele e Jihad mediata dall'Egitto ed entrata in vigore domenica sera dopo tre giorni di ostilità
Una donna stende il bucato, tra le macerie. Gaza City, 8 agosto

Una donna stende il bucato, tra le macerie. Gaza City, 8 agosto - Reuters

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Nella notte ha retto la tregua raggiunta tra l'esercito israeliano e i miliziani palestinesi della Jihad islamica e nella Striscia di Gaza non si sono registrati attacchi né lanci di razzi.

Al terzo giorno di intense ostilità, dopo almeno 45 morti palestinesi, tra cui 16 bambini, e 360 feriti, domenica è scattato il cessate il fuoco, mediato dall'Egitto. L'auspicio è che l'intesa metta fine a quelli che sono stati i peggiori combattimenti nella Striscia di Gaza dalla guerra di 11 giorni che l'anno scorso ha devastato l'enclave palestinese, governata da Hamas.

"È stato raggiunto il testo dell'accordo di tregua mediata dall'Egitto", ha annunciato per primo in una nota Muhammad al Hindi, a capo del dipartimento politico della Jihad islamica a Gaza fissando alle 23.30 ora locale (le 22.30 di domenica in Italia) l'entrata in vigore del cessate il fuoco. Poco dopo, il premier israeliano Yair Lapid ha confermato l'intesa, ringraziando l'Egitto "per gli sforzi" di mediazione, ma avvertendo allo stesso tempo che "in caso di violazioni, lo Stato di Israele si riserva il diritto di rispondere con forza". Come previsto, i minuti subito antecedenti alla tregua sono stati segnati dall'ultima raffica di razzi dalla Striscia e da attacchi israeliani.

Da venerdì, le Forze di difesa dello Stato ebraico (Idf) avevano lanciato l'operazione 'Breaking Dawn' con pesanti bombardamenti aerei e di artiglieria sulle postazioni della Jihad islamica a Gaza. Come rappresaglia, il gruppo armato palestinese ha lanciato circa mille razzi. Il bilancio delle vittime, diffuso dal ministero della Salute di Gaza, ha registrato almeno 45 morti, di cui 16 bambini e quattro donne, e altri 360 feriti palestinesi. Da parte israeliana, invece, i feriti risultano due, più un cittadino straniero di cui non si conosce ancora la nazionalità. Secondo Israele, molte delle vittime civili nella Striscia di Gaza sarebbero state causate dai razzi dei jihadisti.

Secondo la Jihad islamica l'accordo "contiene l'impegno dell'Egitto" a lavorare per il rilascio di due prigionieri del gruppo: Bassem al-Saadi e Khalil Awawdeh. Saadi, una figura di spicco nell'ala politica della Jihad islamica, è stato recentemente arrestato in Cisgiordania; il suo arresto è stato tra i fattori che hanno scatenato l'ultima escalation di tensioni. Anche il militante della Jihad islamica Awawdeh è detenuto da Israele.

Il nodo del rilascio dei prigionieri

Prima dell'annuncio ufficiale dell'accordo, Lapid aveva comunicato che gli obiettivi dell'operazione erano stati raggiunti e non aveva senso continuare: per Idf, l'intera "alta dirigenza dell'ala militare della Jihad islamica a Gaza è stata neutralizzata". Tra gli alti esponenti del movimento armato uccisi risultano Tayseer al-Jabari, comandante nel Nord della Striscia e Khaled Mansour, comandante nel Sud. Israele aveva spiegato l'avvio venerdì dell'operazione "preventiva" contro la Jihad islamica, col rischio di un pianificato attacco imminente.

Tuttavia, questa mattina il ministro della Sicurezza pubblica israeliano, Omer Bar Lev, ha smentito che l'accordo preveda il rilascio di due membri di alto profilo del gruppo armato attualmente detenuti in Israele.

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