sabato 31 gennaio 2015
​Come i mongoli i jihadisti del califfato stanno razziando il patrimonio librario nelle zone occupate. Molti volumi sono stati bruciati, altri portati via per essere venduti al mercato nero.
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Dopo le razzie dei mongoli nel 13° secolo, adesso è il turno dei jihadisti dello Stato islamico (Is o Isis) a cancellare parte della memoria storica dell'Iraq. In particolare di Mosul, per secoli uno dei più importanti crocevia tra Oriente e Occidente. Da quando nel giugno scorso l'Isis ha conquistato la seconda città dell'Iraq, ha distrutto migliaia di libri, anche antichi, delle più importanti biblioteche pubbliche e private della città, secondo quanto riferito da diversi testimoni interpellati in maniera anonima dall'Associated Press. "Sono libri che incitano all'infedeltà e invocano la disobbedienza a Dio. Per questo li bruciamo", ha affermato un militante dell'Isis a uno degli abitanti che vive vicino alla sede della biblioteca nazionale. Secondo le testimonianze, il saccheggio è avvenuto all'inizio di gennaio: i jihadisti hanno forzato le serrature e hanno portato via, caricandoli su camion diretti verso località sconosciute, migliaia di testi di vario tipo e raccolte di quotidiani d'epoca. Da Mosul, che l'Isis ha eletto come sua capitale, si era già avuta notizia della distruzione di un tratto delle antichissime mura di Ninive, risalenti al primo millennio a.C. e inserite nella lista del patrimonio dell'Unesco. Nei mesi passati, i media dello Stato islamico e altre fonti delle regioni controllate dall'Isis hanno mostrato la distruzione di decine di siti storici e archeologici, come tombe di venerati imam, moschee, santuari di profeti venerati dall'Islam, dall'ebraismo e dal cristianesimo. Come Baghdad, Aleppo, Damasco e altre città chiave della storia mediorientale, anche Mosul è stata per secoli segnata da una estrema ricchezza culturale e politica. Un patrimonio che nei secoli si è accumulato soprattutto nelle sue biblioteche. Nel periodo immediatamente successivo alla caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003 a seguito dell'invasione anglo-americana, gli abitanti del rione vicino alla Biblioteca nazionale avevano nascosto i manoscritti più antichi per proteggerli. Oggi, l'Isis punisce con la morte chiunque compia quello che è considerato un crimine. Si presume che dalla Biblioteca nazionale di Mosul siano andati perduti per sempre la collezione dei giornali d'epoca iracheni, mappe e volumi risalenti all'epoca ottomana. L'Isis ha anche saccheggiato la biblioteca dell'università cittadina, dando fuoco ai libri nella piazza centrale del campus di fronte agli studenti. Testimoni che hanno assistito a questi saccheggi affermano che i jihadisti hanno caricato i libri di notte in camion-frigorifero con targhe siriane. È attualmente impossibile conoscere il destino di queste collezioni di volumi. Come già accaduto per manufatti antichi, i libri potrebbero esser stati venduti sul mercato nero. Un professore di storia dell'Università di Mosul, parlando all'Ap in forma anonima, ha affermato che l'Isis è intenzionato a "cambiare il volto di questa città… cancellando i suoi edifici simbolo e la sua storia". Quando i mongoli saccheggiarono Baghdad nel 1258 gettarono i libri nel Tigri tanto che si racconta che il fiume si tinse di nero a causa dell'inchiostro. "La differenza - afferma il deputato iracheno Hakim Zamili - è che i mongoli gettavano i libri nel fiume. L'Isis li dà alle fiamme".
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