mercoledì 27 dicembre 2023
L'attacco «è stata una rappresaglia per l'uccisione nel gennaio del 2020 del generale iraniano Qasem Soleimani». Ma Hamas smentisce. Ancora raid sulla Striscia
Una gigantografia di Qasem Soleimani in una moschea di Teheran

Una gigantografia di Qasem Soleimani in una moschea di Teheran - ANSA

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L'attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, nella quale sono state uccise più di 1.100 persone in territorio israeliano, “è stata una rappresaglia per l'uccisione nel gennaio del 2020 del generale iraniano Qasem Soleimani, a capo della Brigata Qods degli stessi Pasdaran”. Lo ha detto Ramadan Sharif, portavoce dei guardiani della rivoluzione iraniana (Pasdaran), secondo quanto riportano media che citano l'agenzia di notizie iraniana Mehr. Soleimani, a lungo l'architetto della strategia militare iraniana nella regione, era stato ucciso quattro anni fa nell'aeroporto di Baghdad in Iraq da un drone militare statunitense.
Sharif ha detto ancora che Teheran "risponderà" dopo che lunedì è stato ucciso in Siria un comandante dei guardiani della rivoluzione. "Queste vendette continueranno in luoghi e momenti diversi”, ha proseguito.

LA SMENTITA DI HAMAS

Hamas è però intervenuta per smentire l'affermazione dei pasdaran iraniani. "Neghiamo - si legge in comunicato citato dai media - quando riferito riguardo l'operazione e i suoi motivi. Abbiamo sottolineato più volte i motivi, il principale dei quali la principale è stata la minaccia alla moschea di al-Aqsa (Spianata delle Moschee, ndr). Ogni risposta della resistenza palestinese è una reazione all'occupazione e all'aggressione al popolo palestinese e ai luoghi santi".
Ieri In un intervento alla Commissione parlamentare per la sicurezza e la difesa, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant aveva detto che Israele è attaccato su sette fronti, e che su sei di essi ha già reagito. "Siamo stati attaccati - ha rilevato - da Gaza, Libano, Siria, Cisgiordania, Iraq, Yemen ed Iran". "Abbiamo reagito ed operato contro sei di quei fronti", ha aggiunto, senza tuttavia menzionare quali di essi fosse il settimo, per alcuni alludendo proprio a Teheran. "Voglio dirlo in maniera esplicita: chiunque opera contro di noi rappresenta un obiettivo potenziale. Non c'è immunità per alcuno".

I funerali a Gerusalemme di un soldato israeliano caduto in combattimento

I funerali a Gerusalemme di un soldato israeliano caduto in combattimento - ANSA

NON SI FERMANO I RAID

Nell'82esimo giorno di guerra sono proseguiti gli attacchi di Israele nella Striscia di Gaza, e nonostante i continui appelli internazionali per una tregua, le autorità israeliane hanno preannunciato una guerra lunga. Cinque giorni dopo l'adozione di una risoluzione del Consiglio di sicurezza sugli aiuti umanitari a Gaza, le Nazioni Unite hanno nominato una nuova responsabile per coordinarli, si tratta dell'olandese Sigrid Kaag. Nonostante la risoluzione, in questi ultimi giorni non si sono verificati miglioramenti significativi nell'ingresso di aiuti mentre anche i negoziati su una tregua sono fermi. Inoltre restano bloccate tutti i collegamenti telefonici e internet.
Stamattina, un nuovo raid israeliano in Cisgiordania ha provocato 6 morti, portando a oltre 300 il bilancio dei morti nella zona occupata. Intanto, il portavoce delle forze armate israeliane Daniel Hagari ha sottolineato che "mentre perseguiamo il nostro obiettivo di sconfiggere Hamas, lo facciamo agendo con cautela e attenzione verso i civili di Gaza che stanno soffrendo in questa guerra che Hamas ha inflitto a tutti noi", e che "continueremo la nostra importante missione per sconfiggere Hamas e salvare i nostri ostaggi, per un futuro migliore della regione".
I testimoni hanno riferito di attacchi aerei e combattimenti di terra a Khan Younes, nel Sud della Striscia di Gaza, ma anche di bombardamenti intensi sui campi profughi di al-Maghazi e al-Boureij, nel centro del territorio. Nel nord, all'alba ci sono stati violenti combattimenti nella citta' di Gaza e in quella di Jabaliya. Oltre alle 1.140 vittime israeliane del 7 ottobre, 164 soldati sono stati uccisi in questi due mesi e mezzo di guerra. Dei 250 ostaggi prelevati da Hamas, 129 risultano ancora prigionieri, di cui 15 donne. Le vittime degli attacchi israeliani su Gaza sono 20.915 secondo l'ultimo bilancio diffuso da Hamas.

La distruzione a Bint Jbeil nel sud del Libano dopo un raid israeliano

La distruzione a Bint Jbeil nel sud del Libano dopo un raid israeliano - ANSA

Secondo il presidente dell'autorità palestinese Abu Mazen, il piano di Benjamin Netanyahu non si limita alla distruzione di Hamas: "si vuole sbarazzare dei palestinesi e dell'autorità", ha accusato ieri da una tv egiiana. "Quello che succede nel territorio palestinese in questi giorni va oltre la catastrofe e il genocidio", ha aggiunto. Nella notte, il presidente degli Usa Joe Biden ha parlato al telefono con l'emiro del Qatar, lo sceicco Tamim ben Hamad al-Thani, il cui Paese è stato mediatore nei negoziati che avevano permesso una tregua alla fine del mese scorso. Secondo quanto emerso dalle fonti ufficiali, hanno discusso dell'attività diplomatica per la liberazione degli ostaggi e per il cessate il fuoco.

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