venerdì 16 maggio 2025
Intervista a Triestino Mariniello dell’università di Liverpool, membro del team che segue il procedimento alla Corte penale internazionale
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu durante la visita nel nord di Gaza, 15 aprile 2025

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu durante la visita nel nord di Gaza, 15 aprile 2025 - Ansa / Us Idf

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L’allargamento delle indagini della Corte penale dell’Aja e nuovi mandati di cattura per presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi durante il conflitto a Gaza dal capo del governo israeliano Benjamin Netanyahu e dai capi di Hamas nella Striscia di Gaza. È quanto si attendono a breve le vittime e i loro legali, ci spiega Triestino Mariniello, giurista dell’Università di Liverpool che fa parte del team di avvocati internazionali che stanno seguendo da mesi il procedimento in corso all’Aja. «Anche se non è stato ancora possibile eseguire i mandati d’arresto nei confronti di Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, le indagini del Procuratore capo Karim Khan stanno andando avanti. I capi d’imputazione non includono una serie di crimini contro la popolazione civile di Gaza e della Cisgiordania che sono stati ampiamente documentati, tra cui quello di genocidio. Come legali ma anche come studiosi del diritto internazionale – insiste Mariniello - adesso ci aspettiamo sia un ampliamento del raggio d’azione di quelle indagini che la richiesta di mandati d’arresto a carico di altri leader politici e militari israeliani. Ci sorprende, e al tempo stesso ci preoccupa, il fatto che nessun alto ufficiale dell’Idf sia stato ancora formalmente coinvolto nelle indagini” sulle attività dell’esercito. Secondo fonti interne alla Corte penale internazionale proprio in questi giorni i giudici avrebbero inviato un ordine confidenziale al procuratore capo Khan chiedendogli di emanare le prossime richieste di mandati di arresto in via del tutto riservata e non pubblica com’è stato fatto invece fatto finora. «La natura segreta e confidenziale dei mandati è importante perché serve a salvaguardare le indagini e a proteggere i testimoni e le vittime. In teoria un mandato confidenziale ha più possibilità di essere eseguito rispetto a un mandato pubblico. Alcuni ritengono addirittura che possano esserci già state nuove richieste di arresto all’insaputa dei destinatari», spiega il legale.

Intanto la Corte internazionale di giustizia – il massimo organo giudiziario delle Nazioni Unite – si è riunita per pronunciarsi sull’obbligo di Israele di garantire l’assistenza umanitaria ai civili palestinesi a Gaza e nei Territori occupati. Una richiesta arrivata dall’Assemblea generale dopo che Tel Aviv ha vietato all’Unrwa, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, di continuare la propria attività di distribuzione e gestione di beni di prima necessità alle popolazioni. «Credo proprio che la Corte affermerà in modo esplicito che Tel Aviv sta violando il diritto internazionale, perché in quanto potenza occupante ha l’obbligo di proteggere la popolazione civile e consentire l’ingresso di beni essenziali», sostiene Mariniello. «Le udienze sono iniziate lunedì scorso ma i giudici si pronunceranno soltanto tra qualche mese. In ogni caso la loro opinione non sarà vincolante e Israele potrà ignorarla come ha già fatto in precedenza. Spetterebbe agli Stati membri renderla operativa con le sanzioni, con un embargo militare e interrompendo i rapporti diplomatici». Da tempo gli avvocati delle vittime di Gaza sostengono che gli attacchi alle Nazioni Unite e, nello specifico, la distruzione delle sedi dell’Unrwa e la sua messa a bando come organizzazione illegale facciano parte di un piano volto a distruggere in tutto e in parte la popolazione palestinese. «Una condotta che – precisa Mariniello - costituisce un crimine internazionale in base a quanto stabilito dalla convenzione sul genocidio».

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