venerdì 23 giugno 2017
La denuncia della Commissione pastorale: la violenza è destinata ad aumentare. La preoccupazione dei vescovi. Monsignor Barreto: «Fermare lo sterminio»
La protesta degli indios a Brasilia

La protesta degli indios a Brasilia

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Ogni settimana, nel corso del 2016, una persona è stata massacrata nel Brasile rurale. Poteva trattarsi di un contadino o di un indigeno. Là, lontano dalla ribalta dei media, si consuma la strage silenziosa di quanti non si rassegnano a rinunciare alla terra. A denunciarlo è la Commissione pastorale per la terra, legata alla Conferenza episcopale nazionale. I dati parlano chiaro: 61 omicidi nel 2016, il 22 per cento in più rispetto all’anno precedente. Era dal 2003 che non si raggiungeva un simile record. E la violenza non accenna ad attenuarsi. Anzi. Secondo la Commissione, il 2017 potrebbe chiudersi con un bilancio ancora maggiore. Da gennaio, le vittime sono state già 37: due morti alla settimana.

Massacri annunciati

Nei soli mesi tra aprile e maggio, si sono consumati tre conflitti feroci. Prima, nel Mato Grosso, sono stati uccisi cinque contadini che reclamavano la proprietà di alcuni terreni nel comune di Colniza. Poi, il 30 aprile, i fazendeiros di Viana hanno attaccato un gruppo di indios Gamela, nel Maranhão: 22 di loro, tra cui tre bimbi, sono stati mutilati con il taglio delle mani. Qualche settimana fa, a Pau d’Arco, nel Pará, dieci agricoltori sono stati ammazzati dalla polizia durante uno sgombero. Il nodo è la feroce concentrazione della terra. Un problema storico del Brasile che cresce invece di diminuire. Il governo di Michel Temer – al potere dal 31 agosto, dopo la rimozione di Dilma Rousseff – ha il forte sostegno dei latifondisti, i cosiddetti “ruralistas”. Quasto ha dato nuovo slancio all’accaparramento di terre nelle regioni amazzoniche per l’agricoltura intensiva da esportazione. Un business miliardario. Che grava come un macigno sulle spalle dei piccoli coltivatori e dei territori indigeni, occupati con l’inganno, la violenza o la frode. I vescovi brasiliani hanno denunciato, ieri, in un lungo comunicato, l'incremento dei delitti nelle zone rurali. Monsignor Pedro Barreto, incaricato speciale per l'Amazzonia della Chiesa latinoamericana, ha rivolto un forte appello per fermare lo «sterminio silenzioso dei popoli indigeni». La comunità internazionale - ha sottolineato il vescovo peruviano di Huancayo - può dare un contributo importante in tal senso.

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