lunedì 20 febbraio 2012
​Rischiano la pena di morte o l'ergastolo i due militari del battaglione San Marco, imbarcati sulla petroliera Enrica Leixe, arrestati in India perché accusati dell'uccisione di due pescatori. Il giudice ha convalidato l'arresto fino al 5 marzo per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone (nella foto).
La giornalista Francesca Marino sul caso indiano (da Radio inBlu)
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Rischiano la pena di morte o l'ergastolo i due militari del battaglione San Marco imbarcati sulla petroliera Enrica Leixe accusati dell'uccisione di due pescatori indiani nel mar Arabico. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono comparsi davanti al giudice di Kollam, che ha convalidato il fermo di polizia fino al 23 febbraio e altri 11 giorni di arresto giudiziario fino al 5 marzo. Fra tre giorni il magistrato deciderà il da farsi, e non è escluso che i militari possano finire in prigione.

MANIFESTAZIONE ANTI-ITALIANAUn centinaio di persone hanno inscenato lunedì una rumorosa manifestazione anti-italiana davanti alla casa del magistrato davanti a cui stavano per essere presentati i due marò italiani. Alcuni osservatori locali hanno tuttavia notato che non vi sono in piazza pescatori, ma solo militanti di partiti politici organizzati.L'EPISODIO E LE RESPONSABILITA'Il vice comandante della petroliera Enrica Leixe nega che i due militari abbiano sparato contro il peschereccio, sostenendo che abbiano esploso solo dei colpi in acqua per allontare una sospetta nave di pirati. Questo emerge dalla testimonianza di Carlo Novielli, vice comandante della petroliera.L'episodio è avvenuto mercoledì scorso e, secondo le autorità italiane, in acque internazionali. I due militari - membri di una squadra di specialisti "anti-pirateria" a bordo della nave - sarebbero responsabili dell'omicidio con colpi di arma da fuoco di due pescatori indiani, che si trovavano disarmati sulla loro imbarcazione.Padre Ignaci Rajasekaran, sacerdote cancelliere dell'arcidiocesi di Trivandrum (Kerala), ha fornito all'agenzia AsiaNews la seguente versione: "Quando ha sparato, la petroliera italiana era in acque indiane. E i pescatori stavano riposando, eccetto le due vittime: il timoniere Ajesh Binki, 25 anni, e il suo compagno Jalastein, 45 anni. Era il loro turno di vedetta", ha detto. aggiungendo che gli 11 pescatori a bordo erano tutti cattolici e una delle vittime apparteneva proprio alla sua diocesi.La Farnesina ha sottolineato che "la presenza di militari a bordo di navi mercantili è regolata da una specifica legge italiana che risponde anche alle esigenze delle risoluzioni della Nazioni Unite in materia di lotta alla pirateria". Inoltre, "i militari sono organi dello Stato italiano e pertanto godono dell'immunità dalla giurisdizione rispetto agli stati stranieri".NAPOLITANO: UN CASO DIPLOMATICOIl presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha commentato: "È una situazione molto ingarbugliata. Di fatto il caso diplomatico è già nato".IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA: SITUAZIONE DELICATISSIMAIl ministro della Giustizia, Paola Severino, ha dichiarato: "I rilevamenti satellitari provano che la nave battente bandiera italiana era in acque internazionali e la giurisdizione è nostra". "Stiamo trattando la vicenda con la massima attenzione - ha aggiunto - ritenendola delicatissima. La ricostruzione dei fatti è resa difficilissima dalla località in cui si sono verificati e siamo ancora lontani dall'avere una ricostruzione oggettiva".IL MIINISTRO DEGLI ESTERI: SOLIDARIETA' AI DUE MILITARI Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha espresso "forte solidarietà ai due militari italiani trattenuti in India".

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