mercoledì 9 aprile 2014
​Il rapporto di una coalizione di Ong conferma le stime di Fides. Il fenomeno riguarda soprattutto il Punjab e le famiglie povere. «Ma i casi non denunciati sono molto più numerosi».
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Ogni anno circa mille ragazze delle minoranze religiose cristiane e indù vengono rapite, convertite e costrette a nozze islamiche: è lo sconcertante fenomeno che si riscontra nella società pakistana. Un nuovo rapporto inviato all’agenzia Fides, elaborato dal “Movimento per la Solidarietà e la Pace” – coalizione di Ong, associazioni ed enti fra i quali la Commissione “Giustizia e Pace” dei Vescovi pakistani – conferma le cifre diffuse negli anni scorsi dall’agenzia Fides: secondo le stime, 700 casi l’anno riguardano donne cristiane, 300 ragazze indù.E se questi sono i casi censiti ufficialmente, “l’autentica portata del problema è probabilmente molto più ampia, dato che molti sono i casi non denunciati” spiega il Rapporto, inviato a Fides, dal titolo: Forced marriages and forced conversions in the Christian community of Pakistan.Il testo illustra casi esemplari di donne cristiane soprattutto in Punjab e di donne indù in Sindh. Si tratta di ragazze tra i 12 e i 25 anni, di famiglie povere e classi sociali basse. Le denunce delle famiglie spesso si arenano di fronte al muro costituito dalle forze dell’ordine o alle minacce dei familiari dei rapitori. Nei pochi casi che arrivano in tribunale, la ragazze, intimidite e abusate, affermano di essersi convertite e sposate liberamente e il caso si chiude. “Sotto la custodia del rapitore, la ragazza può subire violenza sessuale, prostituzione forzata, percosse e abusi domestici, se non traffico di esseri umani” nota il testo. Il Rapporto descrive il contesto storico e sociale del problema e riporta l’appello della comunità cristiana in Pakistan, che lamenta “le inesistenti garanzie giuridiche, politiche e procedurali per la tutela dei diritti umani delle minoranze religiose” .Padre James Channan, domenicano, direttore del “Peace Center” a Lahore, commenta a Fides: “Il fenomeno è accertato. E’ davvero molto allarmante e preoccupante per cristiani e indù, che si sentono molto insicuri e vulnerabili. Abbiamo trattato direttamente diversi casi di matrimoni forzati: le giovani appartengono alle classe sociali meno abbienti e spesso i ricchi proprietari terrieri musulmani ne approfittano per tali abusi. In Pakistan mi sembra che cristiani e indù subiscano una discriminazione sociale, religiosa e politica che sta peggiorando”.
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